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Uve, effetto California

Con Graziano Defilippis (Polar Fruit Europe) il punto sui mercati interazionali

Con la stagione californiana dell’uva da tavola compromessa dall’uragano Hilary che – a fine agosto, durante il periodo di massima raccolta ha provocato perdite per 25 milioni di cassette (215mila tonnellate circa), l’assetto del mercato internazionale ha subito diversi contraccolpi.

“La stima rivista per la produzione raccolta è di 71,9 milioni di cassette”, ha detto Kathleen Nave, presidente della California Table Grape Commission. L’ultima volta che il raccolto californiano è stato inferiore a 75 milioni di casse è stato nel 1994. In base alle stime, però, il settore prevede di esportare ancora oltre 45 milioni di cassette d’uva.

Per avere un quadro completo, myfruit.it ha fatto il punto con Graziano Defilippis, direttore commerciale per l’Europa di Polar Fruit.

“In Italia si parla del 20-30% di chili in meno per tutte le varietà a causa delle piogge in fase di fioritura e di ingrossamento acino – dice il manager – Ecco perché i prezzi sono più alti rispetto all’anno scorso. A livello qualitativo le nostre uve non stanno ancora esprimendo livelli di eccellenza. L’uva Italia pecca per il colore, che non è del solito giallo brillante, e anche la Red Globe non presenta ancora quel bel rosso intenso che la differenzia. Un difetto dovuto alla mancanza di sbalzi climatici. Nonostante l’annata difficile, però, la qualità delle nuove varietà senza semi (Autumn Crisp, Sweet Globe, Ivory, Timpson, per esempio) è ottima e i supermercati stanno rispondendo a questi prezzi un po’ più alti rispetto alla norma”.

Grecia e Spagna alle prese con i danni da pioggia

In Grecia la situazione è simile alla nostra. “Dopo i mille millimetri di pioggia caduti nella zona di Corinto, la botrite e il marciume hanno fatto registrare cali del 20-40% su tutte varietà – spiega Defilippis – Nella zona di Kavala stanno raccogliendo ora, ma le cose non cambiano: si parla del 40% in meno a causa  delle piogge di maggio-giugno in piena fioritura e della peronospora”.

Intanto, in Spagna continua l’incertezza meteo nelle zone di produzione con forti temporali a Murcia e Alicante. “Anche qui si registra il 20-30% in meno di prodotto. Gli spagnoli hanno lasciato più chili sulle piante quindi i calibri sono piccoli e i gradi Brix bassi, ma si sta raccogliendo molto velocemente per paura della pioggia”.

In tutto questo, il vuoto di offerta califoriana ha fatto sì che gli importatori statunitensi e canadesi siano andati direttamente in Perù per le forniture di novembre, dicembre e gennaio.

Ottobre movimentato

“Quel che è certo è che avremo un ottobre molto movimentato a livello di prezzi. Prezzi che sono giù alti per le senza semi – conclude Graziano Defilippis – L’uva italiana cercherà di arrivare il più tardi possibile in novembre e dicembre, ma è probabile che le uve premium seedless finiscano già nella prima metà di novembre, quando resterà solo l’uva Italia”.

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