Diminuisce di un terzo la superficie agricola italiana. Tante le cause. I cambiamenti climatici iniziano a presentare il conto così come le diverse crisi – inflazione, caro energia e geopolitica che incide su export e import – a cui si somma un sistema legislativo e burocratico che non sostiene come dovrebbe il comparto. Nonostante tutto c’è chi riesce a raccogliere i frutti di un lavoro che punta sulla qualità del prodotto e la sua originalità, valorizzando le varietà meno conosciute attraverso un grosso investimento sul racconto. E’ la traiettoria economica e sociale di La Grande Bellezza Italiana, la rete di imprese che unisce sei aziende ortofrutticole storiche. Una storia di successo. Abbiamo parlato con uno dei protagonisti: Leonardo Odorizzi.
Durante la Giornata della Terra è emersa, in termini anche quantitativi, la crisi dell’agricoltura. Significativo il dato sulla perdita negli ultimi anni del 28% della superficie agricola. Un dato allarmante?
La percentuale è impressionante e conferma lo stato di crisi e abbandono della terra. Influiscono più fattori, ma in questo contesto l’Europa non aiuta. Interviene con delle leggi che penalizzano le imprese agricole. In particolare, il programma di restrizione dell’uso dei fitosanitari. Eppure in Italia sul tema raggiungiamo livelli altissimi nei controlli con il ministero della Salute che ha voce sull’agricoltura e interviene sull’uso dei prodotti fitosanitari.
Non si sbaglia ad affermare che siamo tra i primissimi al mondo per controlli e salubrità dei prodotti. Ulteriori restrizioni rispondono a politiche impulsive e basate su pochi dati scientifici. Non usiamo i prodotti fitosanitari per avvelenare le piante ma per curarle e garantire un prodotto salubre e soddisfacente per il consumatore.
Un altro tema al centro dell’interesse della politica europea è la nuova proposta sul regolamento dedicato agli imballaggi.
Si sta andando oltre il necessario quando si vuole eliminare l’imballaggio sotto il chilo e mezzo. Quando oggi tutte le aziende hanno un packaging riciclabile, noi tutti l’abbiamo green ed è utile anche per veicolare le informazioni. Sono scelte politiche che devono analizzare tutte le conseguenze e bisogna chiedersi come mai il 28 % della superficie agricola venga abbandonata. Efsa dice che abbiamo i prodotti più salubri e sugli imballi abbiamo già fatto scelte sostenibili. Dopo il Covid è aumentata la domanda di prodotto confezionato perché il consumatore si sente più sicuro e si tutela la qualità del prodotto.
C’è da salvare la superficie coltivabile, la nostra agricoltura?
Se riduciamo gli strumenti per curare le nostre pere, finiremo per mangiare quelle di importazione che non sono più sane delle nostre. Questo il paradosso, questa la contraddizione. E si abbandonano le terre, per fare spazio a cosa?
La Grande Bellezza Italiana punta sui prodotti di eccellenza. Può fare qualche esempio?
A breve inizia la raccolta delle ciliegie in Puglia, noi le valorizziamo attraverso il racconto. E il packaging è importante per mettere in risalto un territorio che è sempre più conosciuto in Italia e nel mondo per le sue antiche tradizioni e l’eccellenza dei prodotti della terra. Noi puntiamo sulla varietà Ferrovia, apprezzata per essere croccante, e poi al sud al momento non abbiamo problemi per l’acqua e la prossima campagna si stima caratterizzata da un’ottima qualità.
Da qui a qualche settimana sempre dalla Puglia si raccoglieranno prodotti di grande qualità come le pesche nettarine. E poi le cipolle bianche di Margherita Igp, un prodotto fresco di eccellenza che cresce sulla sabbia e riesce ad ottenere un prezzo interessante che garantisce una giusta remunerazione al produttore. Questo è il risultato di un processo di valorizzazione e di un percorso virtuoso intrapreso da alcuni anni basato anche su un’attenta politica di comunicazione. Oggi finalmente la cipolla sta riscuotendo un ottimo gradimento da parte del consumatore. E’ dolcissima e si può mangiare cruda.
Non è il solo prodotto su cui avete alzato il velo con successo.
Sta andando molto bene la mela rossa di Cuneo Igp, si coltiva alle pendici del Monviso, ed è stato possibile grazie alla rete che si presta all’aggregazione e alla valorizzazione di prodotti di nicchia. Parliamo di una mela del 1700, abbiamo ricostruito la storia, e oggi festeggiamo il decennale del riconoscimento Igp.
Un altro strumento che ha permesso di ottenere soddisfazione nel mercato e di comunicare le sue peculiarità. Fino a due anni fa nessuno parlava di questa mela, ora sta diventando uno dei nostri fiori all’occhiello. La Grande Bellezza Italiana punta sul radicamento nel territorio valorizzando i suoi prodotti di altissima qualità attraverso il racconto. Una storia tutta da conoscere a Macfrut dove la rete sarà presente al padiglione B2 stand 32.