Alla vigilia della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, se anche qualcuno avesse avuto voglia di festeggiare, arrivano come una doccia fredda le parole di Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite. “I progressi che sono stati fatti nei decenni scorsi sui diritti delle donne nel mondo stanno svanendo sotto i nostri occhi. La parità di genere è sempre più lontana. Sulla base del percorso attuale, UN Women stima che mancano 300 anni”. Così si è espresso Guterres alla riunione della Commissione delle Nazioni Unite che apre due settimane di discussioni sullo status delle donne. All’ordine del giorno dei lavori, che si concluderanno il 17 marzo, l’accesso limitato delle donne alla tecnologia, la sproporzionata violenza online, la sotto-rappresentazione e i pregiudizi di genere nelle industrie tecnologiche.
Ridurre le differenze
Chi prova a ridurre le differenze è Coop che nel 2022 ha lanciato “Close the Gap“, la campagna che promuove la parità di genere e l’inclusione, con la consegna dell’omonimo premio annuale dedicato ai fornitori di prodotto a marchio più virtuosi. In occasione della presentazione della terza edizione della campagna Coop per l’inclusione di genere, l’associazione nazionale cooperative consumatori ha diffuso anche una fotografia dell’inclusione di genere dentro e fuori il mondo delle cooperative: supera il 70% la quota femminile delle dipendenti Coop e sale al 34,7% la percentuale di donne presenti in ruoli direttivi. È stabile la quota femminile nei Cda delle cooperative che si attesta oltre il 41%, mentre aumenta sensibilmente fra i soci eletti nei vari organismi rappresentativi dei territori: più di uno su due sono donne. Il numero delle nuove socie si attesta, in linea con gli anni precedenti, al 55.3% del totale.
Ma c’è di più: sono circa 600 tra dipendenti interni e stakeholder coloro che nel 2022 sono stati impegnati nella formazione sul tema. In favore di una gender equality sono state realizzate sessioni di approfondimento con associazioni dei territori e in ambito scolastico: 130 fra docenti, educatori e animatori hanno proposto percorsi dedicati, a cui hanno già aderito 289 classi dalla scuola primaria alla secondaria.
Gli uomini dell’ortofrutta
Il nostro settore non viene considerato tra i più aperti e all’avanguardia. Ma le cose – forse – iniziano a cambiare. Myfruit.it ha chiesto una battuta ad alcuni “uomini dell’ortofrutta”.
“Le donne sono fondamentali per l’agricoltura, perché le aziende condotte da donne sono di solito, lo dicono i dati, più competitive, più aperte all’innovazione”, dice l’eurodeputato Paolo De Castro, mentre Paolo Bruni, presidente di Cso Italy, osserva: “Premessa l’alta considerazione che ho del genere femminile, che mi porterebbe a festeggiare la donna 365 giorni l’anno e non solamente l’8 marzo, capisco però che questa data porti con sé un significato altamente simbolico e valoriale. Penso anche che mai come in questo momento storico la donna stia dimostrando in Italia di essere veramente vincente come attestano le posizioni apicali raggiunte da donne nella politica, come nell’economia, come nell’agroalimentare, come nell’università, come nella società tutta”.
Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta Unione nazionale, si fa un augurio: “Le donne sono sempre state il centro della vita, speriamo siano anche di stimolo per un percorso comune, da fare insieme e non dividendoci. L’innovazione, senza la quale abbiamo poche speranze per il futuro, e l’aggregazione sono due aspetti per i quali le donne potrebbero regalarci una marcia in più. Auspicando una loro maggiore presenza anche nelle nostre rappresentanze”.
“La mia storia parla per me – commenta Renzo Piraccini, presidente di Macfrut – Il team di CesenaFiera è per l’80% fatto da donne. A me piace lavorare con i giovani, e le donne hanno caratteristiche che vengono particolarmente apprezzate. Chiaramente, l’elemento di difficoltà che impedisce loro di realizzarsi e raggiungere livelli apicali è identificabile in un modello non costruito su misura delle donne, che hanno anche il carico della famiglia e dei figli. Ecco perché, a parità di ruolo, le donne sono più brave: sono più motivate e hanno dovuto fare più rinunce. Forse c’è qualche miglioramento, oggi, ma c’è ancora strada da fare”.
Riunione (chiusa) per le Donne dell’Ortofrutta
Intanto, domani al MamBo – Museo di arte moderna di Bologna, l’Associazione nazionale Le donne dell’ortofrutta si riunisce per fare il punto delle proprie attività a poche settimane dalla elezione del nuovo Cda e dal cambio di presidenza, dopo due mandati di Alessandra Ravaioli. Le sfide – nessuna sorpresa – sono le stesse che dovranno affrontare le aziende a conduzione maschile: dall’aumento dei costi produttivi al calo dei consumi, nessuno escluso. Non dovrebbe essere impensabile affrontarli insieme. E, allora… mambo!