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Coronavirus, la filiera a sostegno della ricerca

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Una fotografia dell’Italia che ci piace. La Gdo dona milioni di euro alle strutture sanitarie, molti contributi anche dalle aziende del nostro settore

L’intera filiera agroalimentare, dai produttori fino alle catene della grande distribuzione, continua a lavorare incessantemente in queste settimane di emergenza nazionale ma sta anche aiutando l’altra grande forza lavoro in prima linea, i medici, gli operatori sanitari e gli ospedali. Ci piace allora ricordare, in un elenco forse incompleto ma che aggiorneremo periodicamente, una sorta di osservatorio di  tutti gli aiuti che la gdo e alcune aziende del settore ortofrutticolo (produzione, trasformazione, IV e V gamma) hanno messo in atto per supportare l’emergenza sanitaria.

Da Lidl a Conad passando per i gruppi Finiper e Alì: sono diverse le insegne della grande distribuzione organizzata scese in campo per aiutare le strutture sanitarie impegnate nella cura di pazienti affetti da coronavirus. Le più grande catene distributive hanno effettuato corpose donazioni ma sono state attivate anche diverse iniziative come quella di Coop Alleanza 3.0 che garantisce accesso prioritario agli operatori della sanità e al personale della Protezione civile in tutti i punti vendita del territorio.

Venendo alle donazioni, Giuseppe Caprotti, figlio del fondatore di Esselunga, ha costituito un fondo di 10 milioni a sostegno di iniziative terapeutiche in Lombardia contro il coronavirus e per un piano a favore delle categorie più deboli colpite dagli effetti dell’epidemia. Il Gruppo Finiper (insegne Iper, La Grande i e Unes) ha devoluto all’ospedale Sacco di Milano, il presidio specializzato in malattie infettive, un milione e mezzo di euro. E sempre all’ospedale Sacco, assieme all’ospedale di Bergamo, una delle città più colpite dalla diffusione del contagio, è arrivata la donazione di Lidl Italia: la catena di supermercati ha devoluto 500mila euro equamente suddivisi tra i due nosocomi lombardi.

FrancescoPugliese_AuchanConad

FrancescoPugliese_AuchanConad

I soci Conad, insieme a 60mila lavoratori, hanno raccolta la somma di 3 milioni di euro che sono stati donati sempre all’ospedale Sacco e allo Spallanzani di Roma, altro presidio sanitario in prima linea per fermare la diffusione del contagio. In particolare, i soci delle cooperative di Conad Nordovest, PAC 2000A e Conad Adriatico hanno donato 1,7 milioni allo Spallanzani per il finanziamento delle attività di ricerca sui farmaci di contrasto al Covid-19 mentre i soci delle cooperative di Conad Centronord, Commercianti Indipendenti Associati, Conad Nordovest e il Consorzio Nazionale Conad hanno devoluto 1,3 milioni all’ospedale Sacco di Milano per l’acquisto di respiratori e l’allestimento di nuove postazioni. Arriva sempre da Conad, assieme a WRM Group del finanziere Raffaele Mincione, soci in BDC, la società che ha rilevato la rete “ex Auchan” e la gestisce attraverso la società Margherita Distribuzione, la donazione di 1 milione di euro destinata al gruppo di ricercatori dell’istituto nazionale dei tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli che sta sviluppando un innovativo farmaco per la cura dei pazienti che hanno contratto il Covid-19.

Anche Despar scende in campo per aiutare le strutture sanitarie impegnate nella cura di pazienti affetti da Covid-19. L’insegna della Gdo ha deliberato lo stanziamento di 500mila euro a favore dell’Istituto Spallanzani di Roma.

Le catene di supermercati Tuodì, Fresco Market e InGrande del gruppo Dico hanno raccolto oltre 100mila euro che saranno destinati alla Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs di cui fa parte il presidio Columbus dedicato a pazienti affetti da coronavirus, mentre è destinata all’ospedale Sacco di Milano, all’azienda socio sanitaria di Lodi e alla Protezione civile la donazione di un milione messa a disposizione dal gruppo Selex. É invece destinata all’ospedale di Padova la donazione del gruppo Alì che ha deciso di devolvere 1 milione al nosocomio del proprio territorio.

Le aziende ortofrutticole in prima linea

Anche numerose aziende di ortofrutta fresca, trasformata e di IV e V gamma hanno deciso di aiutare gli ospedali impegnati nella lotta contro il coronavirus.

La Linea Verde è scesa in campo per aiutare l’ospedale del proprio territorio, il nosocomio di Manerbio (Brescia) a cui ha donato 50mila euro. In Romagna il gruppo Orogel (Forlì-Cesena) ha donato, attraverso la fondazione onlus ‘Fruttadoro Orogel For’, 800mila euro all’ospedale Bufalini di Cesena e alla Caritas della stessa città. E, sempre in Romagna, la ravennate Eurocompany, che seleziona e commercializza frutta secca, ha donato 500mila euro ad Ausl Romagna, per l’acquisto di attrezzature sanitarie.

Spostandoci in Piemonte la Zerbinati, specializzata in prodotti di IV gamma, ha effettuato una donazione all’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato (Alessandria) per l’acquisto di mille tute protettive destinate al reparto di rianimazione. Un aiuto agli ospedali arriva poi dal Sud Italia: la famiglia D’Amico, il brand del gruppo D&D specializzato nella produzione di conserve alimentari,  ha donato 100mila euro per sostenere  l’Istituto nazionale tumori Fondazione G. Pascale per la ricerca scientifica contro il Covid 19 e  la Protezione Civile.

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