Caro gasolio, pedaggi autostradali e aumento dell’Irpef: sono queste le motivazioni principali che stanno spingendo il cosiddetto “Movimento dei forconi” a proseguire nella protesta che sta paralizzando i trasporti in più regioni italiane, dalla Sicilia – da cui tutto è iniziato – alla Lombardia, passando per Campania e Piemonte, con inevitabili conseguenze su tutta la viabilità nazionale, anche quella non commerciale.
I primi danni economici cominciano ad emergere e stanno colpendo, ovviamente, il settore ortofrutticolo, legato a doppia mandata al trasporto su gomma: dalla pagine del Corriere della Sera di lunedì 23 gennaio, Giangiacomo Borghese, proprietario e Amministratore Delegato dell’azienda Il Biviere, uno dei più grandi distributori di agrumi della Sicilia, leader nel settore delle arance biologiche (3 milioni di chili distribuiti l’anno) il grido di allarme: “in cinque giorni sono riusciti a danneggiare il lavoro attento e puntuale di un’azienda con 40 anni di storia”. L’imprenditore siciliano, nonostante condivida alcuni dei temi sollevati degli autotrasportatori, visti i danni, vede al momento più i contro che i pro della protesta: perse due promozioni europee e, soprattutto, definitivamente inclinata una sorta di monopolio che la sua azienda vantava sui mercati europei: “Dalla prossima stagione, i nostri acquirenti europei, per mettersi al riparo da un altro eventuale corto circuito si approvvigioneranno anche dalla Spagna”.
I “forconi” bloccano gli agrumi siciliani
Gravi danni economici al settore in Sicilia. Il caso Biviere.
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