La “Cooperativa coloni, piccoli affittuari e mezzadri di Massalombarda” nasceva il 30 aprile 1911 con un capitale sociale di 825 lire. Nel 2011 il patrimonio netto della Cooperativa Terremerse è di 34,5 milioni di Euro.
Lunedì 5 dicembre la Cooperativa ha celebrato l’importante traguardo dei cento anni di vita (e 20 per Terremerse) con una convention, al Pala de Andrè di Ravenna, che ha visto la partecipazione di autorità, soci, giornalisti e dirigenti, per un totale di circa cinquecento convenuti.
“In cento anni – ha ricordato Gilberto Minguzzi, Amministratore Delegato di Terremerse – il movimento cooperativo ravennate che ha dato vita all’odierna Terremerse (fondata nel 1991 ndr.) è sopravvissuta a due guerre, al ventennio fascista, è cresciuta si è trasformata, ed è pronta ad accettare le sfide future”. Questo, in un momento in cui la grave crisi economica Italiana impone di lavorare di più e meglio per svilupparsi nel mercato globale.
Ci sono state alcune parole chiave che hanno segnato la convention fra cui innovazioni, rete, fiducia, cooperazione, memoria, futuro. Queste sono alcune delle parole che riassumono il lavoro di ricerca storica fatto dal Prof. Tito Menzani, dell’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Economiche che ha dato vita ad un volume dal titolo “Cent’anni di trasformazioni. Le radici di Terremerse nella storia della cooperazione agroalimentare ravennate, ferrarese e imolese (1911-2011)”.
Nel suo intervento il Prof. Menzani ha citato un celebre epiteto di Cicerone, dal De Oratore, per spiegare le ragioni che hanno mosso la Cooperativa a pubblicare il libro. “Historiae magistra vitae” la storia è maestra di vita e quindi va ripercorsa, conosciuta e ne vanno tratti gli insegnamenti per il futuro. Non una banalità ma una scelta strategica anche alla luce della sua spiegazione della proprietà della Cooperativa che, “non è solo dei soci attuali ma anche e soprattutto di quelli futuri”.
La convention è stata aperta dal Presidente della cooperativa Marco Casalini, anchorman della giornata, e dagli interventi dei sindaci di Ravenna e di Bagnacavallo che hanno sottolineato l’importanza da un lato del tessuto sociale economico e solidale promosso dalla cooperazione dall’altro come la cooperazione arricchisca, economicamente e culturalmente, il territorio ravennate.
L’evento di Ravenna è stato anche l’occasione per dare spazio a Jan-Marc Dubois, Presidente di Axereal la cooperativa francese partner di Terremerse. Dubois ha confermato l’impegno a collaborare e l’importanza, per le realtà cooperative europee, di unire le proprie forze in nome di una cultura imprenditoriale cooperativa.
Questo concetto è stato ripreso e sviluppato nell’intervento conclusivo di Giuliano Poletti, Presidente di Legacoop Nazionale. Poletti ha fatto vivere alla platea i suoi ricordi da bambino, con rumori e profumi della campagna dove crebbe e del lavoro della sua famiglia. Il Presidente ha poi fatto una ricostruzione dalla realtà sociale e politica degli anni cinquanta sessanta ricordando “non è un caso se ci sono tre sindacati dei lavoratori, tre associazioni di agricoltori etc, perché tutto era legato alla competizione politica[…]ma oggi questa divisione, e che è stata anche un bene per la crescita del mondo cooperativo e la diffusione della cultura cooperativa, perché dove c’era una coop rossa ne doveva nascere una bianca, dove ce n’era una bianca ne doveva nascere una verde e così via, non ha più senso. Nel mondo globalizzato – continua Poletti – essere divisi significa sparire e non poter competere con le grandi multinazionali. Per questo è nata l’Alleanza delle Cooperative, per crescere ancora e dare sempre maggiori servizi ai soci, riuscendo così ad essere competitivi senza dimenticare le nostre origini e, anzi, utilizzandole come punto di forza”.