Il Presidente di Confagricoltura Lombardia, Sergio Cattelan, esprime la sua soddisfazione per il prossimo riconoscimento IGP al Melone Mantovano: “La Lombardia ha ben 23 produzioni a denominazione IGP e DOP e con il riconoscimento della denominazione di origine al melone mantovano, si eleverà soprattutto il valore aggiunto in termini di qualità e di legame con il territorio dei prodotti lombardi”. Nei giorni scorsi, infatti, il disciplinare, dopo essere stato approvato dal Ministero, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, come previsto e ora, passati il termine entro il quale era possibile presentare osservazioni, verrà sottoposto al vaglio della Commissione Europea, che potrà recepirlo o chiedere al Consorzio e al Ministero di effettuare modifiche o integrazioni.
Il melone mantovano rappresenterà quattro zone della provincia di Mantova: sono 26 i Comuni che nelle tre zone storiche (Viadana, Sermide e Gazoldo/Rodigo) potranno produrre il melone mantovano IGP, oltre a 8 Comuni del cremonese, 3 del modenese, 3 nel bolognese e 3 nel ferrarese. Nessuna distinzione tra la coltivazione in serra e quella nei campi (il 70% dei meloni mantovani esce dalle strutture) e via libera alle piantagioni intensive (massimo 5.000 piante per ettaro).
Le varietà coltivabili sono due: cucumis melo e cucumis reticularus, cioè il melone liscio ed il melone retato ed il peso deve stare tra gli otto etti e i 2 chili, il diametro non può essere superiore a 10 centimetri.