Cattive abitudini alimentari, insufficiente promozione delle virtù salutistiche dei prodotti, obesità infantile al 12%: è il quadro illustrato dalla Confederazione Italiana Agricoltori, che la scorsa settimana ha commentato i dati sulle vendite dei prodotti ortofrutticoli nel 2010. Con un calo dell’1,4% rispetto al 2009 (meno 0,6% le verdure, meno 0,8% la frutta) e di 10 chili per famiglia a fronte di una spesa complessiva di 6,4 milioni di tonnellate, la questione dei consumi acquista un certo peso. Per far fronte a questo preoccupante trend, promuovendo una cultura alimentare che contrasti il fenomeno del sovrappeso in età scolare, la CIA porta a esempio sia le iniziative a livello UE, come la campagna “Frutta nelle Scuole”, sia quelle oltreoceano: Wal-Mart, la maggiore catena di distribuzione americana, ha infatti avviato un vero e proprio piano quinquennale di riduzione dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli, essenziali per una dieta sana e bilanciata, nonché del contenuto di sale, grassi e zuccheri negli altri alimenti in vendita. Un modello che la CIA auspica possa essere seguito anche in Italia, grazie a più stretti accordi tra agricoltori e grande distribuzione organizzata.
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