La pera “tiene” in ambito mondiale a livello di redditività, ma per il futuro occorre prestare attenzione a nuovi Paesi produttori e, soprattutto, ragionare in termini di “aree specializzate”. Sono queste alcune delle conclusioni esposte al recente convegno di Interpera da Alessandra Castellini, docente ricercatrice presso l’Università di Bologna. “Tutto sommato – ha detto la Castellini – la pera è un prodotto che in questi anni ha tenuto sul mercato. Ma attenzione: si stanno affacciando sulla scena internazionale nuovi produttori, come il Sudamerica (Argentina e Cile in particolare, n.d.r.). In ogni caso, la pera richiede al contempo anche aree specializzate. Dobbiamo quindi stare attenti alla concorrenza, ma non sarà una concorrenza generalizzata. Nell’ambito delle pere, inoltre, vediamo che il rinnovamento varietale è decisamente scarso, e potrebbe essere una fatica inutile la ricerca di nuove varietà. I costi di produzione, però, sono aumentati. Per promuovere il prodotto, due sono dunque le strade possibili: o evidenziarne l’economicità, o puntare sulla qualità. Ciascuna filiera, dovrà scegliere la propria strategia”.
L’università di Bologna passa la pera ai raggi x
Presentato a Interpera uno studio che evidenzia punti di forza e criticità di questo prodotto
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