Radicchio rosso in salsa olandese

L’indicazione ‘Rosso di Verona’ è stata brevettata in Olanda da un’azienda di sementi

Il radicchio rosso di Verona, dopo anni di iter burocratici per ottenere un IGP, ora si vede attaccato dall’Olanda proprio sul nome. Ne parla ‘Libero Mercato’, il supplemento economico allegato al quotidiano Libero, che rivela come un’azienda olandese produttrice di sementi abbia registrato l’indicazione “Rosso di Verona”, oltre alla sigla “radicchio rosso di Chioggia”. Per il Consorzio, che riunisce i produttori della Bassa veronese, questo rappresenta l’ennesimo smacco. Sono anni, infatti, che i produttori della pregiata coltivazione cercano di ottenere un marchio d’indicazione geografica protetta che, oltre a garantire la qualità del prodotto e quindi aumentarne l’appetibilità per i consumatori, consentirebbe loro l’accesso ai contributi stanziati dall’Unione europea per la sua promozione, importanti soprattutto in un periodo di calo della produzione come quello che sta attraversando il settore. Negli ultimi anni il Consorzio ha dovuto cambiare denominazione al radicchio più volte per cercare di ottenere il marchio di origine. E’ del 2005 la proposta della sigla “Radicchio di Verona Veneto”, che però non ha trovato il riscontro sperato all’interno della Commissione europea, la quale ha bollato il marchio come troppo generico. La commissione dovrà decidere entro l’estate prossima se l’ultima denominazione proposta – ‘Radicchio di Verona – sarà da considerarsi definitiva.

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