C’è chi vede il bicchiere mezzo pieno, chi mezzo vuoto. Classica reazione davanti a contrattazioni politiche su temi così rilevanti come la transizione ecologica in agricoltura.
Le proteste con i trattori in strada hanno oggettivamente portato in azienda un risultato: la Commissione europea ha annunciato una nuova proroga della deroga alla regola Pac che prevede che per accedere agli aiuti comunitari gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo. Bene, almeno per chi crede che questa regola sia troppo pesante per i bilanci aziendali. Non si è cancellato niente però, ma si è rimandato come era prevedibile.
Le diverse tonalità di Coldiretti e Cia
Dopo l’annuncio entrano in scena le associazioni degli imprenditori e sembra di assistere ad un talk politico, a prescindere dalle ragioni di ogni organizzazione. Leggiamo i comunicati. La Coldiretti parla di mobilitazione che “fa cedere la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen“. Poi naturalmente si spiega che si tratta di “un primo risultato del pressing degli agricoltori“. La battaglia chiaramente continua, ma il tono è vittorioso.
Tonalità differenti alla Cia che scrivono di “contentino” e così “la deroga della Commissione è insufficiente. Gli agricoltori meritano di più”. Una bocciatura totale di un proposta “debole e insufficiente”.
Più nel dettaglio: “Secondo le prime valutazioni, infatti, si tratta di una deroga all’obbligo di mantenere il 4% di terreni incolti, ma limitata al 2024 e condizionata a ulteriori impegni ambientali, potendo accedere allo stop solo chi coltiva colture azoto-fissatrici (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei propri seminativi con anche il divieto di usare prodotti fitosanitari”.
La voce della Commissione europea
La deroga è stata annunciata dal vicepresidente dell’esecutivo comunitario Margaritis Schinas in conferenza stampa. “Gli agricoltori sono la spina dorsale della sicurezza alimentare dell’Ue e il cuore delle nostre zone rurali. La misura odierna offre ulteriore flessibilità agli agricoltori in un momento in cui devono affrontare molteplici sfide. Continueremo a dialogare con i nostri agricoltori per garantire che la Pac raggiunga il giusto equilibrio tra la risposta alle loro esigenze e la continua fornitura di beni pubblici ai nostri cittadini”. Queste sono, invece, le parole della presidentessa della Commissione europea Ursula von der Leyen.
La partita non riguarda solo i terreni da lasciare incolti. Ci sono altri temi e vanno oltre, anzi non hanno nessun legame con le politiche green comunitarie, e che formalizza il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini: “Serve una decisa svolta nelle politiche europee per valorizzare le proprie terre fertili e fermare le importazioni sleali per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno”. Paradossalmente ma non è un paradosso servono più politiche green e a tutela del consumatore e dei lavotori ma da estendere a tutti i protagonisti della filiera agricola internazionale ed evitare così una concorrenza sleale basata su basso costo del lavoro e scarsa attenzione alla salubrità dei prodotti.
Lollobrigida ha incontrato gli agricoltori a Fieragricola
Abbiamo riportato le posizioni delle associazioni storiche, ma continuano anche le proteste e gli eventi dei comitati locali con proiezione nazionale. Si annuncia una manifestazione sabato prossimo al casello autostradale di Orte.
Non tantissimi come previsto ma non sono mancati gli iconici trattori all’ingresso di Fieragricola dove il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida all’ingresso si è fermato a dialogare con alcuni portavoce del gruppo. Dopo l’inaugurazione della kermesse ha incontrato una loro delegazione ristretta. “Non ci devono essere agricoltori contro agricoltori”, ha detto il ministro. Chiaro riferimento alle frizioni del mondo della rappresentanza dove non mancano anche i contestatori del Governo e delle sue politiche agricole.