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Grandinata in Veneto: 110 feriti, serre distrutte, stato di emergenza

Il maltempo ha colpito duramente anche il Ferrarese dove è andata persa parte della produzione di pere estive

Danni ai campi e alle strutture ma questa volta la grandine in Veneto ha colpito con forza anche le persone: circa 110 feriti. Ulteriore segno della forza dei cambiamenti climatici come sottolineano le associazioni degli imprenditori agricoli già al lavoro per calcolare i danni. Il presidente della Regione Luca Zaia ha dichiarato lo stato di emergenza. Gravi danni anche a Ferrara e dintorni.

Chicchi di grandine come mele o palle da tennis

Sui social e sul web è un’esplosione di immagini dove si vedono i chicchi di grandine associati a palline da tennis o mele. Evidenze della violenza, in montagna si è registrata anche una tromba d’aria, del maltempo che ha colpito tutta la Regione. Lo sottolineano da Coldiretti Veneto: “Nessuna provincia è stata risparmiata dal maltempo che ha rovinato intere campagne con coltivazioni in pieno campo e  strutture agricole. Sono in corso le rilevazioni dei nostri tecnici per valutare i danni e le perdite”. Dai referti si è sicuri che si contano 110 feriti.

“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – afferma Coldiretti – i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.

Prima della pianura il maltempo ha colpito la montagna veneta: “Una tromba d’aria – sottolinea Coldiretti – si è abbattuta nei boschi del Cadore abbattendo centinaia di alberi come era avvenuto per la tempesta Vaia e ci vorranno 30- 40 anni per ricreare il bosco mentre la grandine ha devastato prati e pascoli”.

Il presidente Zaia firma lo stato di emergenza

Sempre molto attivo sui social il presidente Zaia che monitorato la situazione: “L’ondata di maltempo ha colpito anche la Pedemontana e la pianura, provocando anche il ferimento di alcune persone: al momento 110 in tutto. Inserirò  tutti i comuni colpiti ieri dalla grandine nello stato di emergenza regionale firmato per il Bellunese”.

Il commento di Confagricoltura: a pezzi anche i pannelli fotovoltaici

Massima attenzione anche da Confagricoltura veneta. Su Facebook scrivono: “Danni da grandine e da vento in tutto il Veneto, in particolare nelle province di Padova, Venezia e Belluno.   La grandine ha colpito duro nel Padovano, la notte scorsa, con particolare veemenza nelle zone di Cittadella, Limena, Arsego, Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche e fascia pedemontana. Nelle nostre aziende agricole e negli agriturismi danni ai tetti, ai pannelli fotovoltaici e alle colture“.

Non va meglio a Ferrara: colpiti i frutteti

Pomodoro da industria, frutticole, mais e barbabietola da zucchero sono le colture più colpite dalla grandinata che si è abbattuta in alcuni areali del ferrarese. Anche qui chicchi di grandine giganti, caduti con forza  rovinando, come scrive Cia Ferrara in un comunicato,  “la frutta pronta per la raccolta”.

Distrutte le pere estive

Uno dei testimoni scelti dall’associazione è il produttore Claudio Zambardi di Santa Maria Codifiume: “Proprio questa mattina dovevamo iniziare la raccolta delle varietà di pere estive, in particolare William e Carmen che era davvero di altissima qualità con calibri oltre gli 85, e ora ci ritroviamo con un danno del 100%. Anche l’Abate sarà certamente compromessa e se andrà bene riusciremo a conferire qualcosa come scarto”.

Una situazione difficile. “Sicuramente l’assicurazione riconoscerà il danno, che però non verrà completamente risarcito e comunque rimane l’amarezza per il raccolto di un anno andato in fumo in pochi minuti e l’enorme, quasi insormontabile, difficoltà a fare il nostro lavoro in queste condizioni”.

Troppe incertezze

Anche Cia-Ferrara guarda con preoccupazione ai cambiamenti climatici: “Con questi cicli, ormai consolidati, che alternano eccesso di pioggia, siccità, bombe d’acqua e grandine –  sottolinea il presidente Stefano Calderoni – è diventato impossibile coltivare e salvaguardare colture, lavoro, redditi e occupazione sul territorio. Sono consapevole che noi agricoltori spesso denunciamo, a ragione, condizioni produttive e di mercato difficili, ma voglio lanciare una provocazione a chi minimizza le nostre problematiche: provate per un anno a coltivare al nostro posto in queste condizioni, con il clima avverso che cancella intere produzioni”.

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