La notizia è di stamattina: l’Europa è pronta ad adottare un tetto al prezzo del gas. Ma, come ha specificato la presidente Ursula von der Leyen parlando agli eurodeputati riuniti oggi a Strasburgo, solo a quello usato per la generazione di elettricità.
Dunque, una decisione che va contro la proposta avanzata nei giorni scorsi dal commissario italiano Paolo Gentiloni e da quello francese Thierry Breton che, per arginare la crisi energetica, pensavano alla creazione di uno strumento di mutualizzazione del debito.
Von der Leyen: Partiamo dall’elettricità”
“Il gas viene utilizzato in tre settori, industria, riscaldamento ed elettricità – ha specificato la presidente – Cominciamo con l’elettricità, perché i prezzi elevati del gas ne fanno lievitare i prezzi”.
Il tetto al prezzo del gas utilizzato per generare elettricità, per von der Leyen, sarebbe anche “un primo passo verso una riforma strutturale del mercato dell’elettricità”.
Insieme al tetto al prezzo del gas per generazione elettrica, la presidente della Commissione europea vorrebbe anche rinegoziare i contratti con i partner che ha definito affidabili, Norvegia in primis. “Come Unione europea – ha sottolineato – abbiamo un notevole potere di mercato. Dobbiamo rafforzare gli acquisti congiunti di gas, è nel nostro interesse comune”.
Ripresi i flussi dalla Russia
Nel frattempo sono ripresi, proprio oggi (5 ottobre) i flussi di gas russo approvvigionati da Gazprom all’Italia e interrotti lo scorso primo ottobre. A comunicarlo è Eni, che ha spiegato: “La ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache”.
Quanto agli stoccaggi di di gas in Italia, a oggi, la copertura è del 91,36% (fonte Agsi, Gas infrastructure Europe) mentre quelli europei si attestano all’89,61 per cento. Le riserve francesi sono invece state riempite al 100 per cento: la Francia è così il terzo Paese europeo, dopo Belgio e Portogallo, ad avere il massimo della capacità di stoccaggio del gas naturale.
La filiera agroalimentare è in difficoltà
A riassumere le ricadute che il caro-energia sta avendo sulla filiera agroalimentare è Coldiretti. La quale stima, basandosi sui dati Istat relativi all’inflazione registrata nel mese di settembre, un aumento dell’11,5% dei prezzi dei beni alimentari al consumo.
In cima alla classifica dei rincari, secondo l’analisi della confederazione, ci sono gli oli di semi (+60,5%), soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina, seguiti da burro (+38,1%) e margarina (+26,5%).
La verdura fresca fa segnare un aumento del 16,7% il che, come raccontato da myfruit.it, ha evidenti impatti negativi sui consumi di ortofrutta. Lato produzione, Coldiretti registra aumenti soprattutto nei costi dei concimi (+170%) e del gasolio (+129%).