La scure delle gelate notturne primaverili si abbatte per il secondo anno consecutivo su alcune produzioni vegetali dell’Emilia Romagna e sta mettendo in ginocchio le imprese duramente colpite dai danni da freddo.
“La situazione è veramente grave per molte aziende ortofrutticole della nostra regione – commenta il presidente di Cia Emilia Romagna Cristiano Fini – perché albicocche, susine, pesche e nettarine, ciliegie hanno subito danni ingenti a causa delle basse temperature che sono perdurate più notti in Emilia Romagna, provocando bruciature e annerimenti a gemme e fiori. In alcune aree della Regione sono state infatti rilevate temperature minime di 5 gradi sotto zero per diverse ore. È in corso la verifica su kiwi, melo e pero, apparentemente meno impattati dal freddo notturno perché sono specie frutticole che fioriscono più tardi rispetto le drupacee, ma non escludiamo danni sulle varietà precoci”.
Le cause, come purtroppo spesso avviene, sono riconducibili ai cambiamenti climatici, portatori di inverni caldi che inducono le piante ad una fioritura anticipata, salvo poi riproporre repentini abbassamenti di temperatura in primavera in grado di danneggiare gravemente i raccolti. “In Emilia Romagna il comparto ortofrutticolo – insiste Fini – è strategico e fondamentale per l’economia regionale sia per l’agricoltura che per l’indotto in termini di occupazione, trasporti e artigianato”.
“Noi riteniamo perciò che nell’attuale decreto sostegni, all’articolo sui fondi da destinare alle filiere agricole, vengano stanziate adeguate risorse al settore ortofrutticolo, ciò in ragione del fatto che nei precedenti decreti l’ortofrutta è sempre stata snobbata e perché pensiamo che le imprese duramente danneggiate dagli eventi climatici avversi degli ultimi anni – conclude Fini – debbano avere risorse per rimanere sul mercato“.