Il punto di Fruchthandel

La qualità deve avere il suo prezzo

I consumatori sembrano sempre più orientati verso prodotti sostenibili. E per questi potrebbero essere disposti a spendere di più

L’editoriale di Daniel Schmidt su Fruchthandel n. 14 è dedicato al prezzo dell’ortofrutta. Prima il Coronavirus, poi la guerra di aggressione all’Ucraina da parte della Russia, la carenza di manodopera, la crisi energetica e così via: “Siamo davvero in modalità crisi per sempre?”, si chiede Schmidt. In ogni caso, si potrebbe avere l’impressione che una crisi segua l’altra e che a un certo punto si perda completamente la visione d’insieme a causa di tutte le emergenze.

Il mondo BANI

Al recente Trade Logistics Congress di Colonia,  Christoph Tripp dell’Università Tecnica di Norimberga ha tracciato un quadro del cosiddetto mondo BANI. In inglese, la B sta per fragile, la A per ansioso, la N per non lineare e la I per incomprensibile.

“In particolare, le relazioni politiche e i rapporti commerciali globali con fornitori e clienti stanno diventando sempre più fragili e inaffidabili, in molti casi incalcolabili. Notiamo che in molte aziende c’è una grande incertezza, soprattutto in queste situazioni, nel prendere di conseguenza decisioni commerciali ad alta intensità di investimento”, ha spiegato Tripp, richiamando anche l’attenzione sul senso di diritto dei clienti finali. “Non perdonano alcuna mancanza di prestazioni e vogliono prodotti e servizi sostenibili. Il loro atteggiamento è orientato alla sostenibilità, ma purtroppo non lo sono le loro azioni e la loro disponibilità a pagare. Indipendentemente dalle sfide che devono affrontare nel mondo BANI, le loro richieste di servizi continuano a crescere“, afferma Tripp.

I riflessi sul settore ortofrutticolo

Ma cosa possono significare gli sviluppi nel mondo BANI per il settore ortofrutticolo? Che il cliente sta diventando sempre più esigente e vuole essere rifornito tutto l’anno di fragole o mirtilli di alta qualità, estremamente gustosi e facilmente digeribili, ad esempio, e allo stesso tempo si aspetta un vasto assortimento varietale?

A questo punto, le riflessioni potrebbero continuare all’infinito. Ma, a questo punto, Schmidt invita a premere il tasto della contemplazione, non da ultimo per quanto riguarda i tanto evocati temi della regionalità e della sostenibilità. Per non parlare delle sfide del cambiamento climatico. Giusto e importante, quindi, che Wiebke Nieberg dell’Agenzia Federale per l’Agricoltura e l’Alimentazione (Bundesanstalt für Landwirtschaft und Ernährung, BLE) abbia sottolineato la promozione di un’alimentazione a base di ortofrutta in occasione del Controllo Internazionale di Qualità di frutta e verdura di quest’anno a Bonn, ma allo stesso tempo abbia anche messo in gioco l’accettazione da parte dei consumatori.

La domanda retorica di Nieberg è stata: “Abbiamo sempre bisogno di teste di cavolfiore della stessa dimensione in offerta e di mele e carote sempre e solo visivamente impeccabili?”. I requisiti visivi, così come le norme e gli standard di marketing devono essere esaminati e, se necessario, adattati. Il fatto che i consumatori sembrino sempre più orientati verso i prodotti sostenibili è sicuramente un buon segno. E il fatto che in futuro si faranno anche i conti in tasca per questo non mi sembra affatto utopico. Tuttavia, senza la persuasione, conclude Schmidt, sarà difficile.

Fonte: Fruchthandel

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