Con il il Green Deal i 27 membri dell’Ue si sono impegnati a rendere l’Unione europea il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Ma è probabile che l’impresa non si realizzi nei tempi previsti dall’agenda verde comunitaria, spiega Michael Schotten nel suo editoriale su Fruchthandel della scorsa settimana.
Gli ambiziosi obiettivi rischiano infatti di fallire non solo per l’eterogeneità dei punti di partenza ma, ancora di più, per l’eterogeneità degli interessi. Anche solo per questo motivo, quasi certamente ci sarà un’Europa a “diverse velocità“.
Il miglior esempio è la attuale disputa sui motori a combustione tra Germania e Ue, che ha suscitato scalpore e attirato critiche. Il compromesso raggiunto si potrebbe definire – a torto o a ragione – un omaggio all’industria automobilistica e all’influente Germania. E lo è, per il timore della possibile perdita di migliaia di posti di lavoro, che si estenderebbe dalla Germania a tutta l’Unione europea.
La svolta verde richiede solide basi economiche
La perdita di prosperità che ne deriverebbe renderebbe ancora più remoto il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Deve maturare la consapevolezza che la svolta verde non può essere realizzata senza una solida base economica, senza prosperità. Deve anche essere accessibile. Insomma, il cambiamento ha bisogno di crescita. I sostenitori della crescita decelerata (decrescita) non lo considerano quando pensano alla rinuncia come la base più importante.
In scala ortofrutticola…
Questo primato dell’economia può essere trasferito anche su scala ridotta. Servono strategie a lungo termine ed economicamente sostenibili, che non privino le aziende ortofrutticole della loro base economica attraverso requisiti eccessivi e poco pratici prima ancora che possano iniziare ad adattarsi ai compiti che le attendono. E queste non sono certo diventate più piccole negli ultimi tre anni.
Pensiamo, ad esempio, all’efficienza energetica: poco prima della crisi, molte aziende serricole avevano investito molto denaro nel gas. Se ora si dice loro che devono passare immediatamente alle energie rinnovabili, si toglie loro tutto il potenziale di sviluppo per il futuro. Il greening dovrebbe quindi avvenire senza di loro, il che non significa altro che per il momento non avverrà. L’idea di poter eliminare in pochi anni tutti i riscaldamenti a gas in Germania è altrettanto assurda. Bisogna fare un passo alla volta, non da ultimo mettendo a disposizione più fondi per la ricerca, in modo da poter prendere decisioni informate.
Rendere più sostenibile il settore agricolo, compresa la produzione di frutta e verdura, è solo un aspetto della questione. Gli obiettivi di protezione del clima, l’efficienza economica e la sicurezza alimentare non devono essere disgiunti, ma devono andare di pari passo.
Fonte: Fruchthandel