Li considera risultati “straordinari”, soprattutto alla luce dell’andamento “non brillante dei contesti economici di riferimento nazionale”. Fabio Massimo Pallottini, direttore generale del Centro Agroalimentare di Roma è sicuramente ottimista, vedendo anche l’inizio positivo del 2019, commentando i dati del bilancio consuntivo 2018 che sono stati mostrati all’Assemblea dei Soci lo scorso giovedì.
“Aumenta il margine operativo lordo (4,2 milioni pari al +15%) tra i ricavi ed i costi, che tocca il 25% (dal 22% nel 2017) nel rapporto con il valore della produzione (+1%); cresce di 1,3 milioni di euro (+25%) il risultato ante imposte che arriva al +18% dopo gli adempimenti fiscali; scende un indebitamento (-4.5%) fatto quasi soltanto di impegni a medio termine, si riducono i crediti (-10%) verso i clienti, sfiora i 54 milioni di euro il patrimonio netto”.
“Tutti e tre gli indici economici di sintesi – il ROS (il rapporto tra il risultato operativo e i ricavi netti), il ROI (l’indice di redditività dei capitali investiti), il ROE (la profittabilità di un’azienda) – tra il 2017 ed il 2018 segnano infatti miglioramenti più o meno forti, ma comunque rilevanti, anzitutto perché passati in coerenza tra di loro rispettivamente dal 10,3% al 13,1%, dal 2,3% al 2,9%, dall’1,1% all’1,2%” si legge sempre nella nota del Car.
Risultati che, secondo il direttore generale, sono stati ottenuti nonostante la “preponderante concorrenza degli agromercati di Parigi, Barcellona e Madrid” e che sono stati costruiti “anno per anno e giorno per giorno con l’impegno continuo che nel 2018 per esempio ha visto crescere (superando il 90%) i tassi di occupazione delle superfici disponibili per le aziende interne e le nuove attività; la superficie utile lorda ottenuta sfruttando al millimetro gli spazi; numero e reputazione delle grandi aziende anche estere che vogliono insediarsi nel Centro Agroalimentare di Roma”.
A proposito di aziende estere, è in arrivo dalla Francia la Compagnie Fruitière, “multinazionale con capitali in prevalenza francesi il cui arrivo sulla Tiburtina è frutto del recente gemellaggio tra Campidoglio, Car, Municipalità parigina e agromercato Rungis e che anticipa un insediamento romano a Parigi che assicuri presenza commerciale alle eccellenze laziali”.
Per mantenere questi risultati anche nel futuro e che fanno del Car un’eccellenza nel settore dei Mercati all’ingrosso italiano, è previsto l’avviamento di nuove filiere agroalimentari quali biologico, carne, vino, olio, ma anche “il decollo di un polo del “Congelato” per crear il quale è forte la domanda di spazi, tecnologie, servizi da parte di imprese attente al mercato romano”. E ancora: “innovazioni tecnologiche che riducano le temperature nei locali commerciali (insidiati dai mutamenti climatici e dal riscaldamento globale) e difendano le qualità organolettiche dei prodotti; una revisione tecnica ed organizzativa per la raccolta, il recupero e lo smaltimento di rifiuti, nonché per la vendita d’imballaggi nuovi; il decollo di servizi logistici rinnovati per tutto il Car e specie per il mercato ittico, che conta già su una nuova centrale del ghiaccio”.
C’è poi il discorso internazionalizzazione dei prodotti laziali e delle tecnologie del Car, anche se la missione principale rimane la gestione del consenso degli operatori interni. “In una fase in cui la grande distribuzione mostra qualche affanno – conlcude il presidente Walter Giammaria – successi e progetti del Car vanno letti in chiave di rilancio del sistema economico del Lazio assicurando qualità, efficienza, competitività e innovazione alla rete delle Pmi romane e laziali, ai produttori agricoli, ai mercati rionali, ai negozi di vicinato, ai consumatori”.