In un’annata che, complessivamente, non può dirsi fortunata per le ciliegie, dal Piemonte arriva un nuovo progetto: si tratta di quello portato avanti da Rivoira, il gruppo ortofrutticolo che ha sede a Verzuolo (Cuneo) e che da un paio di anni ha posto l’attenzione proprio su questa drupacea, convinto che possa risollevare le sorti di molti produttori traditi da pesche e nettarine.
“Il progetto è partito lo scorso anno, e ora sta portando i suoi primi frutti – esordisce Marco Rivoira, amministratore delegato – Quest’anno abbiamo raccolto 200 tonnellate, ma l’obiettivo è ben più ambizioso”.
Da zero a 250 ettari in sei anni
Ambizioso significa 250 ettari di ciliegie entro i prossimi 5 anni – a oggi sono 47 quelli già in produzione – con varietà capaci di coprire tutta la stagione, dall’inizio di giugno alla fine di luglio, magari arrivando anche ai primi di agosto e dunque collocandosi in un periodo ottimale, in cui le ciliegie pugliesi, quelle emiliane e anche quelle spagnole sono di fatto già esaurite. Per individuare le varietà migliori da coltivare in Piemonte, Rivoira ha messo a punto un campo sperimentale in cui sono attualmente coltivate 70 varietà, tutte sotto osservazione: i risultati sono molto incoraggianti perché, come riferisce Rivoira, le colline del Cuneese, con le loro altitudini che vanno dai 300 ai 700 metri sul livello del mare, rappresentano un habitat particolarmente vocato per la produzione di ciliegie. “Le temperature e il clima di questi parti – puntualizza l’Ad – permettono di ottenere frutti dalla durezza e dal gusto invidiabili“. Gli impianti già esistenti, e anche quelli che verranno, sono ad alto tasso di tecnologia.
Un progetto ad alto tasso tecnologico
L’investimento complessivo del progetto ciliegia ammonta a 2 milioni di euro: i frutteti sono tutti dotati, anche lateralmente, di copertura anti pioggia, anti insetti, anti grandine. Per la raccolta si utilizzano solo bins dalla capienza di 120 chili di prodotto: “Abbiamo abolito le cassette – racconta Rivoira – In questo modo velocizziamo i tempi di raccolta e conteniamo i costi“. Grazie all’impiego dei carri raccolta e dei bins di cui sopra, nove persone, di cui uno è il trattorista, sono in grado di raccogliere 2 tonnellate di prodotto in una giornata di lavoro. “I nostri tecnici hanno girato il mondo e hanno appreso le migliori tecniche – racconta Rivoira – Da sempre apriamo le porte dei nostri stabilimenti ai produttori che desiderano imparare dai noi e, pertanto, non abbiamo avuto problemi, a nostra volta, a essere ospitati”. Dopo il campo, la lavorazione: la selezionatrice con tecnologia Cherry vision 3.0 di Unitec permette di controllare il frutto a 36o gradi, all’interno come all’esterno, in modo da garantire massima qualità: “Si tratta di una macchina sofisticata, a 8 linee, che dispone di 8 telecamere per analizzare ogni singola ciliegia. Potrebbe lavorare tranquillamente tutte le ciliegie dell’areale produttivo”. In magazzino viene impiegato un sistema di hydrocooling, che abbatte le temperature e che ha un duplice risultato: sanifica il prodotto e ne allunga la shelf life.
I conferitori e i canali di distribuzione
Il progetto ciliegia del gruppo Rivoira è nato con uno scopo ben preciso: garantire liquidità immediata a tutti quei produttori che, complice il minor interesse del mercato verso la produzione di pesche e nettarine piemontesi, si sono trovati a dover cercare un’alternativa: “Non abbiamo nessuna preclusione – sottolinea Marco Rivoira – siamo aperti a tutti i produttori, anche a coloro che sono nostri competitor per altre varietà di frutta”. Quanto ai canali di vendita, si parte con la Gdo italiana – tutte le principali catene – con i mercati generali e, anche con la Germania. Ma i progetti per il futuro sono ben più ambiziosi: “Nei prossimi anni proveremo anche la via aerea, siamo attrezzati per farlo”. Il che significa che la ciliegia piemontese conta di arrivare anche in luoghi lontani.