A chi di voi non è mai capitato di aprire il proprio frigorifero di casa e di trovarsi travolto da una fragranza non del tutto piacevole dovuta a cibo andato a male e scaduto oppure di gettare nell’immondizia cibo avanzato durante i pasti o enormi quantità di frutta e verdura perché avariata?
La questione degli sprechi è di odierna discussione a livello europeo e mondiale. Le ultime stime diffuse mostrano come in Europa si buttino fisicamente nella spazzatura 88 milioni di tonnellate di cibo in media e la parte del leone la fanno frutta e verdura. La maggior parte di questi sprechi potrebbero essere evitati se solo maturasse nella gente un maggiore senso civico legato alla spesa ed alle norme di conservazione.
A livello nazionale le stime mostrano come gli sprechi ammontino a 100 grammi di cibo al giorno a persona gettato nella spazzatura, una somma che se moltiplicata annualmente ci porta ad uno spreco di 37 kg circa di alimenti sprecati per una costo di 250€ l’anno.
Il pasto maggiormente incriminato è la cena dove viene sprecato in media una volta e mezza di cibo in più rispetto al pranzo. I cibi maggiormente incolpati sono la verdura (7.1 kg/ a persona l’anno), seguono latte e latticini con 4.8 kg all’anno e la frutta con 4.5 kg l’anno. Le cause primarie di questi enormi sprechi riguardano le date di scadenza raggiunte o superate, le quantità di cibo comprate o cucinate rispetto al necessario e soprattutto la cattiva conservazione di prodotti freschi.
L’obiettivo a livello europeo è quello di diminuire gli sprechi partendo dal sistema produttivo, passando per la ristorazione fino agli sprechi domestici del 50% entro il 2030 (SDG –Sustainable Development Goal). Ma come?
L’idea di fondo è quella di partire dalla sensibilizzazione e soprattutto dall’educazione sociale dei nostri cittadini mostrando norme di comportamento riguardo all’uso ed al consumo di cibo. Il volere è quello di educare tutti riguardo al completo iter di produzione di un alimento ed al positivo impatto economico e sociale che avrebbe la diminuzione di sprechi, partendo dal consumo di acqua per la coltivazione, ai costi per il trasporto e poi per lo smaltimento.
Questo è uno sguardo a lungo termine di quella che potrebbe essere una prima soluzione da compiere, per l’immediato invece le soluzioni potrebbero riguardare soprattutto la conservazione del cibo, da quello lasciato in frigo al cibo avanzato al ristorante o a cena.
Una prima soluzione economica potrebbero essere le chiusure salva-freschezza come quelle proposte da FAM Favata, disponibili in varie dimensioni ed applicabili prima alle confezioni di alimenti freschi in supermercato e poi riutilizzabili più volte dal consumatore direttamente a casa propria. Un’altra soluzione economica sono le classiche dog-box nei ristoranti che permetterebbero di portare a casa gli avanzi della cena ad esempio per essere consumati il giorno seguente o per il proprio animale domestico riducendo notevolmente il tantissimo cibo sprecato nei ristoranti.
Le soluzioni possibili sono davvero tante e diverse il punto di partenza rimane però lo stesso, ovvero la volontà di ognuno di fare qualcosa in più per il bene proprio, dei nostri figli e del pianeta che abitiamo. Tutto deve avere inizio con l’aumento di consapevolezza da parte di tutti noi sull’argomento e l’educazione civica e sociale delle nuove generazioni per far comprendere a tutti la situazione e le possibili varianti per migliorarla.