Sono positivi e incoraggianti i primi risultati che arrivano sia a livello nazionale che in Trentino dal programma di lotta biologica classica basato sull’uso di insetti per contrastare in modo sostenibile, riducendo l’uso dei fitofarmaci, la cimice asiatica e la Drosophila suzukii, due importanti emergenze fitosanitarie che preoccupano da alcuni anni il mondo agricolo.
Da un lato, i lanci durati tre anni delle vespine samurai contro la cimice che hanno visto la fondazione Edmund Mach in prima linea anche con campagne di raccolta dell’insetto con il coinvolgimento dei cittadini, e dall’altro, il rilascio negli ultimi due anni nell’ambiente naturale di Ganaspis brasiliensis, dimostrano il naturale insediamento dei parassitoidi a spese degli insetti che stanno causando notevoli danni all’agricoltura.
Il progetto Swat in Trentino
In Trentino il programma di rilascio degli insetti utili è stato gestito nell’ambito del progetto Swat nato nel 2020 e finanziato dalla Provincia autonoma di Trento e che proseguirà per un altro anno. Per la cimice è stata richiesta l’estensione dell’autorizzazione per il quarto anno e le prospettive sono che diventi una delle diverse specie fitofaghe del meleto da gestire normalmente in provincia di Trento, che si è rivelata un areale ideale per l’insediamento dei parassitoidi. Anche per la drosofila i risultati sono positivi; si attendono i risultati del terzo anno per poter fare delle previsioni circa l’evoluzione e il programma di lotta biologica proseguirà anche nel 2023.
Convegno sulla lotta biologica
Il tema è stato affrontato nell’ambito del convegno lotta biologica patrocinato dal ministero dell’Agricoltura, dal Crea e dalla Provincia autonoma di Trento, realizzato da fondazione Edmund Mach in collaborazione con il Servizio fitosanitario nazionale, preceduto da un tavolo tecnico con esponenti del mondo accademico e degli enti di ricerca che hanno discusso delle strategie comuni da adottare per la gestione, anche preventiva, delle specie aliene a rischio di introduzione nel prossimo futuro e delle modifiche normative necessarie per accelerare i processi di autorizzazione al rilascio di antagonisti naturali.
Il presidente della Fondazione Edmund Mach, Mirco Maria Franco Cattani, ha sottolineato come il convegno costituisca la prima di una serie di iniziative di carattere tecnico/scientifico e culturale, predisposte da un comitato organizzatore presieduto dal professore Attilio Scienza, che culmineranno nella celebrazione che avrà luogo il 28 settembre 2024 per valorizzare i 150 anni di storia di questa istituzione fondata nel lontano 1874.
“Oggi, come allora – ha evidenziato il presidente Cattani – l’attività della fondazione prosegue nell’intento di trovare risposte concrete alle problematiche emergenti, il convegno ne è una tangibile testimonianza, impegnandosi nel contempo anche a prevenire, per quanto possibile, le nuove fitopatie spesso procurate da specie aliene e proporre innovazione nel comparto agricolo, mediante nuove tecniche colturali, varietà, idee, approfondimenti scientifici utili anche ad altri ambiti produttivi nelle varie accezioni di interesse. L’interrelazione stretta tra le diverse componenti della fondazione e il suo proficuo effetto nell’assolvere al fine statutario di fornire servizio all’agricoltura, ne hanno fatto un punto di riferimento non solo per analoghi enti di ricerca e università, ma anche per regioni e stati esteri, che chiedono consulenza, talvolta per dotarsi di una struttura analoga”.
Bruno Caio Faraglia, dirigente del Servizio fitosanitario centrale del ministero, ha spiegato che l’incremento costante che si registra nei flussi commerciali internazionali è associato ad un costante aumento del rischio di introduzione di organismi nocivi alloctoni, introduzione che provoca danni consistenti alle produzioni e all’ambiente e ha sottolineato come risulti fondamentale il coordinamento dei progetti lotta biologica e la partecipazione di tutti gli attori presenti sul territorio.
Lotta biologica alla cimice: in Trentino in 3 anni rilasciate 35mila vespine samurai
I rilasci di Trissolcus japonicus hanno avuto successo: la percentuale di uova parassitizzate è costantemente aumentata nei tre anni e il parassitoide si è insediato nel 53% dei siti di rilascio. Parallelamente la Fondazione Edmund Mach ha registrato una significativa riduzione dei trattamenti insetticidi e una altrettanto importante contrazione dell’attacco sui frutti. Dal giugno 2020, nell’ambito di un programma nazionale coordinato dal Crea-DC, si è quindi proceduto al rilascio anche in Trentino del parassitoide oofago esotico Trissolcus japonicus (35mila individui) finalizzato al ristabilimento di nuovi equilibri naturali e al conseguente contenimento al di sotto di soglie di danno delle popolazioni della cimice asiatica.
Il monitoraggio ha evidenziato un tasso di parassitizzazione da parte di T. japonicus a fine stagione crescente nel corso dei tre anni, passando dal 12, al 18 e al 29% rispettivamente nel 2020, 2021 e 2022 mentre a livello nazionale il dato è stato pari rispettivamente al 4,9 e 17 per cento. Un successo significativo per il Trentino che si dimostra un areale ideale per l’insediamento dei parassitoidi. Se è probabile che alla graduale riduzione del numero di trattamenti insetticidi per il controllo della cimice asiatica registrata a partire dal secondo anno di rilascio abbiano contribuito sia le condizioni climatiche sfavorevoli allo sviluppo di H. halys che l’adozione di una migliore e puntuale strategia di intervento, è pur vero che i risultati dei campionamenti condotti annualmente in 450 frutteti campione più esposti alle infestazioni confermano una costante contrazione della pressione del fitofago.
Dopo due anni di rilasci si tirano le somme anche in provincia di Trento, che si conferma capofila del progetto garantendo la fornitura del parassitoide alla maggior parte delle regioni interessate e passando da 12 nel 2021 a 20 siti di rilascio nel 2022. In linea con la tendenza nazionale, i ritrovamenti del parassitoide si sono avuti nel 50% dei siti di rilascio nel 2021 e nel 20% nel 2022. A fronte di questa diminuzione, imputabile principalmente all’annata particolarmente calda e siccitosa, la campagna 2022 ha fatto registrare punte di attacco fino al 12% nei confronti di D. suzukii nei siti favorevoli alla sopravvivenza del parassitoide. All’azione di G. brasiliensis si aggiunge quella di Leptopilina japonica, altro parassitoide esotico introdotto accidentalmente e rinvenuto in Trentino nel 2019, che risulta già diffuso sull’intero territorio provinciale con percentuali medie di attacco nei confronti di drosophila suzukii intorno al 10%. I risultati ottenuti finora sono incoraggianti e lasciano supporre che l’azione dei due parassitoidi crescerà nei prossimi anni, andando a regolare le popolazioni di drosophila suzukii sul territorio.
Programmi, lanci e monitoraggi
Nei programmi a livello nazionale, accanto al Crea DC, ha giocato un ruolo strategico anche la Fondazione Edmund Mach , sedendo ai tavoli istituiti presso il ministero e fornendo il proprio apporto scientifico nella definizione dei programmi operativi, ma anche implementando i programmi di lotta biologica sul territorio della provincia di Trento provvedendo quindi al rilascio degli antagonisti e ai monitoraggi conseguenti.
Durante il convegno moderato dalla giornalista Emiliana Carotenuto è stato affrontato il tema della basi ecologiche della lotta biologica e delle caratteristiche degli agenti di controllo con Pio Federico Roversi, direttore Crea DC.
A seguire, le attività del progetto nazionale per il controllo biologico della cimice asiatica con l’intervento di Giuseppino Sabbatini del Crea DC, i limiti e le prospettive nell’implementazione della lotta biologica classica di drosophila suzukii con Valerio Rossi Stacconi (FEM) e il controllo biologico della cimice asiatica in Trentino con l’illustrazione delle modalità operative e dei risultati con Claudio Ioriatti (FEM). Le esperienze di controllo biologico di drosophila suzukii in provincia di Trento sono state illustrate da Alberto Grassi (FEM), mentre l’esperienza dell’Alto Adige/Südtirol nella lotta biologica a cimice asiatica e D. suzukii è stata affrontata da Silvia Schmidt del centro di sperimentazione Laimburg.
Fonte: Fondazione Edmund Mach