La prima insegna della grande distribuzione a cimentarsi con il biologico fu Coop, nel 1992, con l’ortofrutta fornita da Brio in due punti vendita del Veneto. Siamo in piena epoca pioneristica, un solo anno dopo l’entrata in vigore del primo regolamento europeo. Sulla scia di Coop altre insegne come Conad e Billa (Gruppo Rewe) introdussero l’ortofrutta bio, mentre bisogna aspettare il 1999 per vedere una prima linea bio a marchio del distributore, vale a dire quella di Esselunga.
Sul fronte del dettaglio specializzato, vera e prima anima del biologico, bisogna andare indietro agli anni ’70 quando i primi negozi – il primo si chiamava Il Girasole e aprì a Milano nel 1974 – super spartani e frequentati da pochi fedelissimi del salutismo, compaiono in alcune città italiana.
Una storia interessante, ricca di numeri aggiornati e che ben fotografa la grande cavalcata del biologico in Italia attraverso l’andamento degli assortimenti nella grande distribuzione e nel dettaglio specializzato. E quella presente nel terzo focus di Bio Bank dedicato proprio a questi due canali, con un approfondimento riservato anche al mondo dei prodotti del commercio equo e solidale.
Oggi le catene leader della Gdo per assortimenti bio sono Coop (750), Esselunga (368) e Pam Panorama (366). Ma tanti nuovi attori si sono affacciati in questo settore, a partire anche dagli ultimi arrivati, vale a dire i tedeschi di Aldi che hanno subito lanciato una loro linea bio con più di 100 referenze a marchio Natura Felice e, rimanendo sempre in ambito discount, Penny Market, avamposto di Rewe in Italia, che ha introdotto quest’anno con il marchio MyBio Naturali sei referenze nell’ortofrutta.
L’elenco è in realtà lungo e nel focus non mancano dati e numeri, grazie ad un preciso censimento delle insegne presenti in Italia e operanti nel bio, che ha il merito di restituire un affresco importante della crescita di questo comparto.
E il dettaglio specializzato? Tempi duri per gli antesignani e pionieri di questo settore, ormai sorpassati dai colossi della Gdo e per la prima volta in contrazione sul fronte aperture come emerso anche l’anno scorso durante l’ultima edizione del Sana di Bologna. Chiudono i negozi sotto i 70 metri quadrati, crescono invece quelli oltre i 150, ma si intensifica soprattutto il fenomeno dell’aggregazione, che orami coinvolge il 70% di questo universo attraverso varie formule. Segno di un cambio dei modelli di consumi che prima o poi avrebbe interessato anche quello che rimane un canale fondamentale per il mondo del biologico.