«La plastica agricola viene veramente riciclata? Poco ed è difficile farlo. Dobbiamo tirar via la plastica dall’agricoltura, sicuramente da quelle biologica». È questo l’auspicio di Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, che ieri a Milano ha firmato un protocollo di intesa con Assobioplastiche per la promozione della sperimentazione e l’uso di pacciamature biodegradabili nelle coltivazioni biologiche.
Con la crescita della agricoltura biologica anche in pianura, al centro dell’attenzione ora sono soprattutto le grandi coltivazioni a pieno campo, dal mais al riso, dalla soia ai pomodori da industria e quindi la possibilità che si possano cominciare ad impiegare bioteli in coerenza con i fondamenti di questo tipo di agricoltura che esige attenzione alle materie prime utilizzate per la produzione dei film pacciamanti, assenza di OGM e rinnovabilità.
«Dobbiamo fare in modo che la percentuale di materia rinnovabile aumenti il più possibile senza fare errori, come ad esempio è successo in USA dove sono partiti con film per la pacciamatura 100% rinnovabili ma che non è tecnicamente possibile produrli e utilizzarli in agricoltura. Teli da centinaia di metri hanno necessità tecniche che non possiamo ignorare» ha sottolineato ancora Carnemolla.
I bioteli che verranno sperimentati e utilizzati dovranno essere biodegradabili secondo lo standard europeo EN 17033, quindi “non dovranno contenere organismi geneticamente modificati nei formulati utilizzati per la produzione della pacciamatura ed essere costituiti da materie prime rinnovabili in misura pari o superiore al 50% (oltre il 60% dal 2021)”. Arrivare al 100% di materie prime rinnovabili? È un obiettivo, ma che per ora non è possibile ha ammesso con trasparenza il presidente di FederBio.
«Dobbiamo fornire film plastici agronomicamente utilizzabili, la sfida è fornire materiale che abbia prestazioni di uso che diano una risposata al tema del fine ciclo vita, che quindi non debbano essere raccolte, operazione complessa» ha spiegato Marco Versari, presidente di Assobioplastiche. Sarà un percorso, quello verso la rinnovabilità al 100%, che secondo Versari alzerà l’asticella della sfida «che accettiamo con piacere».
Ad oggi i quantitativi di bioteli in circolazione sono circa 2000 tonnellate e l’uso delle bioplastiche è aumentato nell’ultimo anno del 50%. Significa che c’è interesse e la richiesta cresce, da qui l’ottimismo dei due firmatari di questo accordo che prevede ora ricerca e sperimentazione con il coinvolgimento di uno o più enti scientifici con i quali sia Assobioplastiche che FederBio “definiranno un programma di prove in campo per la verifica delle rese, della produttività delle colture e degli effetti complessivi dell’utilizzo di questa pratica colturale in agricoltura biologica”.
Nella foto in alto, da sinistra, Marco Versari, presidente di Assobioplastiche, Paolo Carnemolla, presidente di FederBio