Importanti novità per l’azienda Lago d’Oro dei fratelli Luigi e Nicola D’Apice, i quali da San Benedetto dei Marsi (L’Aquila) fanno sapere del nuovo impianto dello stabilimento aziendale. Una vera fabbrica agricola.
Parlano i numeri comunicati: “Lo stabilimento è tra i più grandi d’Europa, ha una capacità di lavorazione di 150 tonnellate al giorno (finocchi perlopiù, ndr) con turno continuo per 365 giorni l’anno, opera su una superficie coperta di seimila metri quadri e occupa 130 dipendenti di cui 80 sulla linea di lavorazione e 50 in campagna. Nel nuovo impianto contiamo di arrivare a 200 dipendenti di cui 140 sulla linea di lavorazione e 60 in campagna”.
Tutte le innovazioni dell’impianto dedicato ai finocchi
Il complesso produttivo è innovativo nelle macchine selezionatrici delle linee di lavorazione e si è ripristinato, nell’ambiente lavorativo, la luce naturale direttamente dal tetto. Tutto è interconnesso e gestito da un unico software dall’ingresso dei finocchi provenienti dai campi al carico dei prodotti finiti sui bilici.
La catena del freddo è controllata da sensori digitali che riducono i consumi energetici. I dati produttivi in entrata, quelli delle fasi di lavorazione fino all’uscita si scaricano sulle applicazioni informatiche del reparto amministrativo che controlla, in tempo reale, gli ordinativi, i calendari di semina e raccolta, gli stock di magazzino, fatturazioni e pagamenti. “In pratica siamo autosufficienti per la produzione di energia elettrica grazie ai nostri impianti fotovoltaici e pronti a soddisfare le ricariche delle macchine, trattori, camion della logistica interna ed esterna – spiegano i fratelli – Un aspetto che ci rende orgogliosi sono le dotazioni dei servizi destinati alla sicurezza e al benessere delle maestranze e dei collaboratori. La costruzione e messa in funzione di un asilo nido completeranno il welfare aziendale volto a favorire la conciliazione tra la vita privata e lavorativa. Quello realizzato è un investimento importante sostenuto in parte con fondi del Psr, del piano operativo della Op ma, soprattutto, con le misure della cosiddetta agricoltura 4.0″.
La storia aziendale raccontata dai figli
“Nostro padre Domenico, con il fratello, a fine anni ’70 gestiva una piccola azienda agricola e commercializzava carote e altri ortaggi a Castellamare di Stabia. Intrattenendo rapporti commerciali con i produttori del Fucino fu folgorato dalla bellezza del posto, dalla fertilità della terra e dalla prospettiva di incrementare la produzione di ortaggi, introdusse la coltivazione dei fiori e, successivamente, la coltivazione dei pomodori da industria, oltre ai tradizionali ortaggi della piana: patate, carote e altre verdure”.
Per molti anni Domenico fece il pendolare tra il Fucino e Castellamare di Stabia, ma nel 1988 decise di traferire definitivamente tutta la famiglia. “Il finocchio fu una scoperta casuale e fu subito amore, nel Fucino non era coltivato tanto che nostro padre doveva ospitare squadre di raccoglitori che venivano dalla Capitanata (Foggia) perché qui gli operai non erano abituati e capaci a fare la raccolta. In seguito, con Nicola sposammo questo straordinario ortaggio”.
“Dopo un periodo di messa a punto in un piccolo magazzino dove costruimmo le macchine per il lavaggio e il confezionamento in cassetta, comprammo il capannone di un ex allevamento e lo trasformammo nell’attuale centro di condizionamento. Con il tempo la crescita della commercializzazione il contestuale ampliamento della dimensione dell’azienda con acquisti ed affitti dei terreni, la creazione di una rete di produttori, riuniti in cooperativa, del Fucino, Molise, Puglia, Campania, Basilicata e Calabria rese necessario costruire il centro di condizionamento”, aggiungono.
Il sogno di una vita
“Con mio fratello Nicola abbiamo realizzato il sogno di una vita – conclude Luigi D’Apice – ma non ci fermiamo qui, il prossimo obiettivo è l’internazionalizzazione dell’azienda e dell’Opoa che presiedo. Noi imprenditori agricoli lavoriamo per creare lavoro e per fornire il cibo a un prezzo accessibile a tutti, lavoriamo per fare crescere il benessere della nostra Marsica”.
Fonte: Lago d’Oro