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Orizzonte 2030, il punto sulle sfide e sulle foglie di ravanello

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Autore Redazione

A Sabaudia (Latina) un evento Op Terremerse per parlare di Pac, sostenibilità, Farm to Fork e Green Deal

Di recente a Sabaudia (Latina), cuore dell’Agro Pontino, fiore all’occhiello della produzione ortofrutticola italiana e riconosciuto e apprezzato in tutta Europa, si è svolto il convegno Orizzonte 2030, quali le sfide e come affrontarle, organizzato dall’Op Terremerse sezione ortofrutta.

Un evento che ha visto la numerosa partecipazione di tutti gli attori della filiera: Organizzazioni di produttori, cooperative, multinazionali dei settori agrofarmaci, concimi e sementi, tecnici, agronomi e aziende agricole, che hanno avuto modo di confrontarsi su importanti tematiche, come la nuova Pac, la sostenibilità ambientale, il Farm to Fork e il Green Deal, con un focus sul progetto foglie di ravanello.

Il punto sulla Pac e Farm to Fork

L’apertura del convegno è stata di Ibrahim Saadeh, consigliere delegato dell’Op Terremerse, seguito dall’intervento di Vincenzo Falconi, direttore Italia ortofrutta, su nuova Pac 2023-2027 e il nuovo intervento del settore ortofrutta, mettendo in evidenza le criticità, ma soprattutto le opportunità in essa contenute.

Gianfranco Pradolesi e Andrea Ghirotti della ricerca e sviluppo Terremerse hanno presentato le strategie agronomiche più efficaci per soddisfare gli obbiettivi richiesti dal Farm to Fork, migliorando la sostenibilità ambientale dell’agricoltura, mantenendo e assicurando allo stesso tempo, adeguata redditività alle aziende agricole.

Il focus sulle foglie di ravanello

L’evento è stato anche l’occasione per mantenere accesi i riflettori su una vicenda molto cara all’Agro Pontino, ossia l’iter legislativo delle foglie di ravanello. Come è noto, la provincia di Latina è un importantissimo centro di produzione per il ravanello, che però dall’inizio del 2018 ha subito un duro colpo a causa dell’inclusione delle foglie del ravanello nel gruppo del cavolo riccio con il Regolamento Ue 2018/62. Tale decisione creò forte preoccupazione, oltre che danni economici a tutti i produttori di ravanello con foglia, non solo in Italia, ma in tutta Europa tanto che, pochi mesi dopo, venne ammessa una proroga attraverso il Regolamento Ue 2018/1049 fino al gennaio 2022. Periodo transitorio nel quale gli Stati membri avrebbero dovuto eseguire sperimentazioni specifiche sui residui nelle foglie di ravanello, per fornire dati riguardo l’applicazione di nuovi Lmr. Nel giugno 2021, vista la carenza di prove di residualità, il Comitato Permanente dei residui decise di concedere un’ulteriore proroga alle foglie di ravanello attraverso il Sante 10534/2021 rev.3 al 01 gennaio 2025. A seguito di questa e nel tentativo di modificare e migliorare la decisione presa dalla Commissione Europea, è nato un gruppo di lavoro europeo con i maggiori Paesi produttori di ravanello tra cui Italia, Olanda, Francia, Germania e Belgio, che insieme a Mucf (Gruppo europeo per il coordinamento degli usi minori) stanno collaborando per assicurare ancora un lungo futuro a questa coltivazione. Il gruppo di tecnici italiani guidati dagli agronomi Luigi Pennuzzi e Cinzia Lamberti, intervenuti al convegno di Sabaudia, e con la collaborazione dell’Unione nazionale Italia Ortofrutta e il ministero dell’Agricoltura, hanno fornito i primi importanti risultati attraverso uno studio svolto dal Centro Sperimentale Cersaa guidato dall’esperto Andrea Minuto, che sarà preso come base per la lettera da presentare al prossimo incontro di Scopaff a maggio (comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti ed i mangimi). Questo è motivo per il team italiano di grande soddisfazione e di riconoscimento d’impegno comune.

A concludere il convegno, il presidente di Terremerse, Marco Casalini, che ha portato un chiaro messaggio di quanto sia importante la cooperazione in agricoltura, ora più che mai.

Fonte: Op Terremerse

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