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Economia circolare, la sfida del Distretto agrumi di Sicilia

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Autore Redazione

Coinvolto in un progetto di respiro europeo, sfrutterà la blockchain. Al centro il tema dell’utilizzo del pastazzo

Applicare la blockchain alla filiera agroalimentare in un percorso virtuoso di economia circolare. E’ questa la sfida raccolta dal Distretto produttivo agrumi di Sicilia, scelto come unico partner di settore, nell’ambito del H2020 project Trick, finanziato dalla Unione europea, che si concluderà ad ottobre 2024.

Il progetto Trick

Il progetto Trick, ispirato ai principi dettati dell’Ue quali tracciabilità, economia circolare e valutazione sanitaria e sociale, si pone l’obiettivo di dimostrare la fattibilità di un sistema informativo pilota, basato sulla raccolta di dati provenienti da ogni singola fase del processo produttivo di un prodotto tessile, e sull’integrazione di questi con un marketplace di servizi specifici: assesment, certificazioni, Pco, Pef, sistemi anti-contraffazione. Un sistema informativo che renda tracciabile tutte le fasi della filiera: dalla produzione alla commercializzazione del prodotto: al riciclo; all’immissione di nuovi prodotti sul mercato.

Il gruppo operativo è composto da 31 partner di otto paesi Ue e tre extra-Ue. Ne fanno parte, oltre alle moltissime aziende del settore tessile e, appunto, il Distretto produttivo agrumi di Sicilia, anche la Scuola superiore Sant’Anna dell’Università di Pisa, l’Agenzia delle Dogane, enti di ricerca quali Enea e Cnr. Coordinatore del progetto, F.lli Piacenza top brand italiano nella produzione di tessuti di lusso.

Il ruolo del Distretto

Il Distretto produttivo agrumi di Sicilia, dunque, è chiamato e replicare il sistema informativo nella filiera agrumicola, mettendo a frutto le precedenti esperienze acquisite lavorando in collaborazione con enti di ricerca e l’Università di Catania, a progetti di economia circolare con al centro il tema dell’utilizzo del pastazzo, il sottoprodotto dell’industria di trasformazione alimentare costituito dagli scarti di limoni e arance sottoposti alla spremitura.

“In più, il tentativo che faremo nell’ambito del progetto Trick sarà quello di sfruttare la tecnologia blockchain – spiega Federica Argentati, presidente del Distretto – Il Distretto già da tempo lavora all’introduzione della tecnologia blockchain con corsi di formazione ed aziende associate in grado già di garantire etichette con Qr-code a garanzia di tracciabilità ed rintracciabilità e ora ha l’ambizione di applicare questo metodo nell’ambito di percorsi di economia circolare”.

“Il valore aggiunto della blockchain anche in percorsi di economia circolare viene ritenuto fondamentale – sottolinea Argentati – è un deciso aumento di percezione del livello di affidabilità e di fiducia da parte dell’intera comunità fatta di consumatori ma anche di semplici cittadini che oggi più di ieri hanno bisogno di certezze anche sulla tutela dell’ambiente, delle risorse e dell’economia complessiva dell’intero processo produttivo”.

Nell’ambito del progetto Trick, il Distretto agrumi ha coinvolto l’azienda associata di trasformazione Eurofood, la Società agricola Assoro Biometano e il Consorzio di Filiera Carni.

Il pastazzo al centro

Il tracciamento del processo produttivo nella filiera agrumicola parte dalla produzione e la raccolta degli agrumi, e passa per la fase dello stoccaggio, in cui vengono selezionati gli agrumi destinati alla vendita del prodotto fresco o alle industrie di trasformazione. Da queste ultime, prosegue il tracciamento delle successive fasi che comprendono l’uso dei cosiddetti sottoprodotti e nello specifico del pastazzo, costituito da bucce, semi, polpa. Il pastazzo è distinto in bio e convenzionale. Il primo è destinato alle aziende di produzione di mangimi per allevamenti bio.

Il Consorzio di Filiera Carni ha già avviato un sistema di tracciabilità per le aziende zootecniche che utilizzano il pastazzo di agrumi fresco e una linea di produzione di pastazzo di agrumi essiccato per la filiera mangimistica nell’ottica della valorizzazione anche del marchio Qs Qualità sicura della Regione Siciliana. Il pastazzo convenzionale è invece destinato alle aziende di produzione di biometano.

Da lineare a circolare non è facile

“Il passaggio da un’economia lineare a una di tipo circolare, quella in cui il tasso di riciclo sia quasi totale, è argomento di grande discussione e di fondamentale importanza per un vero rispetto dell’ambiente – ricorda Federica Argentati – ma tale passaggio richiede la possibilità di rendere trasparenti e documentate tutte le fasi nella catena del valore, per attestarne l’effettività e non incorrere nel rischio del cosiddetto greenwashing ma anche la convenienza in termini energetici che, oggi più di ieri, assumono un ruolo determinante in quanto direttamente impattanti sui costi di produzione”.

Facile parlare di economia circolare ma questa va applicata veramente e deve essere conveniente per l’intero
percorso di filiera – conclude Argentati – Quindi in Sicilia abbiamo tutto ciò che serve per avviare questo genere di percorsi virtuosi, e il Distretto, come sempre, proverà a dare alla filiera strumenti operativi e dati utili per passare da una fase di studio tecnico-scientifico ad una operativa con rilevanti ricadute per gli operatori della filiera“.

Fonte: Distretto produttivo agrumi di Sicilia

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