Da più parti, nel mondo agricolo, arriva l’allarme per la mancanza di manodopera. Che, alla fine, costringe gli agricoltori a non raccogliere, lasciando la frutta sugli alberi. Poi, per la tempesta perfetta, si sta aggiungendo ormai da alcune settimane anche il problema della siccità. A denunciare la situazione è Confagricoltura Bologna, che in una nota rileva: “Ora che la campagna della frutta estiva è nel suo clou, la carenza di lavoratori si sta manifestando in tutta la sua drammaticità, con danni economici sulle imprese agricole ma che si riflettono lungo tutta la filiera, arrivando sino al consumatore”.
In un’azienda 15 quintali di ciliegie non raccolti
Andrea Cavani, produttore frutticolo di Bazzano associato a Confagricoltura Bologna, testimonia: “La mia azienda agricola è stata costretta a buttare oltre 15 quintali di ciliegie. Il calendario di raccolta non fa sconti: i frutti sono da staccare quando giungono a maturazione e, purtroppo, non ho trovato le risorse necessarie per completare le operazioni nei tempi che detta la natura. Per cercare di limitare i danni e di evitare ulteriori sprechi ho fatto il possibile. Tutti i membri della mia famiglia si sono prodigati nella raccolta, compreso mio padre di 80 anni. Ho capito che siamo vicini a un punto di non ritorno per quanto riguarda il reperimento della manodopera. Fino a due anni fa il problema era esiguo, mentre adesso rischia di mettere in seria difficoltà qualsiasi azienda agricola. Se non raccogli non vendi e non hai marginalità per l’impresa, l’equazione è purtroppo molto semplice. Ci apprestiamo a iniziare la campagna delle pere – conclude Cavani – e stimiamo un raccolto di circa 4.000 quintali. Da settimane sto cercando le ultime figure che completeranno lo staff di raccolta. Spero di non essere di nuovo costretto a buttare il mio prodotto. Non voglio e non posso permettermelo, considerando anche i costi di produzione di cui mi sono già fatto carico”.
Walter Monari: “Il lavoro c’è, ma non lo cercano”
Interpellato da myfruit.it, interviene anche Walter Monari, direttore del Consorzio di tutela della Ciliegia di Vignola Igp, che rileva: “In generale, sono diverse le aziende del nostro Consorzio che quest’anno hanno incontrato molte difficoltà nel reperimento della manodopera. Poi, parlando della ciliegia ci si salva ancora in qualche modo, perché si tratta per lo più di piccole aziende, quindi nel periodo di raccolta vengono solitamente arruolati diversi familiari. La situazione, si farà sentire in modo ancora più pesante per le pere”.
Monari dà anche qualche numero, spiegando: “Chi cerca lavoro, in Emilia Romagna lo trova. Sempre. Oltre alla raccolta stagionale dei frutti, c’è infatti anche molta domanda nella ristorazione, solo per fare un esempio. Il punto è che il reddito di cittadinanza ha generato un sistema per cui molti giovani preferiscono stare a casa, arrotondando magari con qualche lavoretto in nero. E tutto ciò per l’agricoltura è un vero e proprio disastro. Come Paese, dobbiamo considerare che non siamo nemmeno competitivi. In Spagna, infatti, un raccoglitore di frutta assunto in regola percepisce 6 euro l’ora più 1,5 euro di contributi. In Italia la paga oraria, sempre in regola, è di 8 euro più i contributi. Ma Italia e Spagna, alla fine, vanno sugli stessi mercati, quindi è da rivedere anche il cuneo fiscale che viene imposto alle imprese”.
Poi, ancora Monari ribadisce: “Voglio che sia chiaro: il lavoro c’è, in diversi settori, ovviamente anche nel settore primario. Ma molti preferiscono non cercarlo perché non sono disposti a fare sacrifici. Tuttavia, il sistema del reddito di cittadinanza arriverà a un punto che non sarà più sostenibile”.
Guglielmo Garagnani: “Occorre arginare al più presto questa situazione”
Guglielmo Garagnani (nella foto), presidente di Confagricoltura Bologna, aggiunge: “Il nostro obiettivo è quello di cercare di arginare il più velocemente possibile questa situazione, che sta arrecando danni non solo a tutta la nostra filiera produttiva, ma anche agli stessi consumatori. Quando il prodotto immesso sul mercato è infatti minore rispetto alle aspettative, il suo costo aumenta e questo pesa sulle tasche dei cittadini, già gravati da numerosi aumenti. Non riuscire a raccogliere la frutta perché non si hanno persone a sufficienza rende ancora più frustrante l’intera situazione. In tutto il mondo è pensiero comune che in futuro si assisterà a una meccanizzazione della raccolta dei prodotti, ma bisogna ragionare anche sul presente. Oltre a sviluppare campagne rivolte ai giovani, che possono essere interessati nell’alternanza tra lo studio e il lavoro per il periodo estivo, vogliamo operare in sinergia con le istituzioni per sensibilizzare coloro che utilizzano la Naspi (nuova assicurazione sociale per l’impiego) o il reddito di cittadinanza e spiegare che, con il lavoro stagionale, a certe condizioni, questi ammortizzatori sociali non cessano di funzionare ma vengono semplicemente messi in pausa, prima di ritornare attivi quando termina il rapporto di collaborazione. In molti non conoscono queste procedure e rinunciano così alle proposte di lavoro che arrivano dalle nostre aziende agricole”.