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CIV, aumentano sperimentazioni e partnership in Spagna

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Campo di selezione varietale a Huelva per le fragole del Consorzio Italiano Vivaisti di San Giuseppe di Comacchio. “Fruit Attraction importante quasi quanto Fruit Logistica per noi”

«Ormai Fruit Attraction è una delle fiere più importanti, quasi allo stesso livello, quanto meno per noi, di Fruit Logistica a Berlino». A Madrid è presente un nutrito numero di professionisti del team del CIV, il Consorzio Italiano Vivaisti di San Giuseppe di Comacchio (Ferrara), a partire dal variety manager Marco Bertolazzi.

«Stiamo implementando progetti con i paesi latino-americani e con la stessa Spagna. Per quanto riguarda il melo abbiamo dei licenziatari in Spagna, in Catalogna, che hanno diritto di vendita in tutta la penisola Iberica. Per quanto riguarda invece le fragole la presenza del CIV si rafforzerà ancora di più in questo paese perché faremo un campo di selezione varietale a Huelva, la zona più importante per la produzione di fragole in Spagna, con l’obiettivo di valutare i materiali del Civ che hanno un basso fabbisogno di freddo direttamente in questo territorio. Anche in questo caso abbiamo una partnership di lunga data con un vivaista locale che sta già producendo alcune nostre varietà».

Sul fronte progettuale il CIV continua inoltre nell’intento di coinvolgere retailer o grossi commercializzatori, come ci aveva illustrato anche all’ultima edizione di Fruit Logistica (vedi qui). «Ognuno ha la sua visione e i suoi clienti e quando si valutano nuove varietà con più attori possibili si riesce ad avere un’idea di quale sia realmente il potenziale per poter fare un progetto che poi porti valore a tutti gli attori della filiera e anche al consumatore».

Chi è a valle della filiera, come la Gdo, e chi è a inizio, come i vivaisti, devono quindi poter lavorare sempre più in modo diretto. «Sì, è così. Se a loro piace qualcosa, bisogna poi creare qualcosa in mezzo tra noi e loro. C’è interesse in questo progetto, per ora a livello di apertura filosofica e concettuale. Ma comunque ci sono già esempi di varietà, ad esempio nell’uva da tavola, prese in esclusiva da linee private label».

Le sfide del futuro? «Essere sempre presenti e collaborare con più attori possibili e, quando c’è un’interesse per una varietà, essere pronti e tempestivi nel creare un progetto che funzioni per chi è veramente interessato. Il mercato è cambiato, ed è più complicato: una volta per raggiungere il tuo obiettivo bastavano pochi progetti, oggi ce ne vogliono di più, più frammentati e di nicchia, uno diverso dall’altro».

Nella foto in alto, da sinistra, Elena Piccoli, intellectual property manager e Marco Bertolazzi, variety manager

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