Prima le nevicate hanno imbiancato gli Appennini, poi sono arrivati, in sequenza, calo delle temperature, abbondanti piogge e per finire bombe d’acqua e grandinate con conseguenti esondazioni dei fiumi, allagamenti e frane. “I danni all’ortofrutta sono ingenti, ci sono raccolti già compromessi e programmi che sono stati completamente stravolti” afferma ora Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, la più grande Op a livello europeo, con sede a Bologna, oltre 1,1 milioni di tonnellate di frutta e verdura commercializzata con associata 6.000 aziende agricole e 50 cooperative.
“Prevediamo un importante calo delle produzioni per le colture più colpite – continua Vernocchi –. Oltre il 50% delle prime ciliegie in raccolta è andato distrutto, speriamo si possano salvare le prossime produzioni altrimenti sarebbe un vero disastro per questo comparto. Stiamo registrando gravi danni anche per le fragole, mentre a seguito delle ripetute ondate di maltempo si moltiplicano i casi di cascola, la caduta precoce di frutti dalle piante”.
Scenario decisamente complicato anche per le orticole a partire dalla raccolta del pisello “che doveva iniziare proprio nelle settimane scorse ma per le abbondanti piogge ha subìto gravi dilazioni nei tempi e importanti danni alle piante – continua Vernocchi -. Siamo in ritardo con il 20% della semina del mais. Infine, c’è grande preoccupazione per il pomodoro, che solo per la nostra Organizzazione interessa oltre 450.000 tonnellate di prodotto. Siamo arrivati al 50% di trapianti delle piante di pomodoro, ma il maltempo ha bloccato tutto e non siamo più sicuri che i programmi saranno rispettati. La campagna inizierà sicuramente con un po’ di ritardo e con una prima produzione più scarsa. Speriamo davvero che non si ripeta la situazione dell’anno scorso, quando i cali produttivi in alcuni areali hanno superato il 10% fino a sfiorare quote del 20%”.
C’è preoccupazione a causa di un clima “fuori controllo, con basse temperature e piogge autunnali a maggio” conclude Vernocchi. “Esprimiamo forte preoccupazione per la tenuta delle aziende agricole che non possono essere lasciate sole ad affrontare questi cambiamenti climatici epocali”.