Se export e internazionalizzazione sono uno dei lei motivo quando si parla di aziende italiane del comparto ortofrutticolo, OP Altamura rappresenta un esempio calzante di cosa significhi dedicarsi, praticamente in modo esclusivo ai mercati esteri. «Esportiamo circa il 98% della nostra produzione» ci spiegano Fabrizio Todisco, trade marketing manager dell’Organizzazione di produttori campana e Giuseppe Altamura, che insieme ai fratelli Alfonso e Fabio porta avanti questa dinamica realtà famigliare con sede a Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno. Li abbiamo incontrati a Fruit Logistica 2018, quest’anno all’interno di un grande e rinnovato stand.
Export come scelta o necessità? «Noi lavoriamo prodotti di prima gamma, soprattutto baby leaf, e li vendiamo ad aziende che a loro volta li trasformano in prodotti IV gamma. Quindi questo ci permette di poter esportare in UK, Scandinavia, una volta anche in Russia. Facciamo prodotti che hanno una shelf-life che arriva fino a 15 giorni e quindi si presentano perfettamente ad essere esportati. Certo, poi bisogna aggiungere che il mercato italiano è, invece, saturo, fornito soprattutto da grandi gruppi ai quali è difficile fare concorrenza».
Da Singapore a Dubai, passando per le Antille Olandesi, è probabile che qualche cuoco in giro per il mondo utilizzi una delle oltre 50 referenze di prodotti di prima gamma che Altamura produce nei 110 ettari di proprietà, ma che arrivano a 350 considerando anche quelli dei soci della OP (13) e di una sessantina di aziende partner che lavorano da tempo con la famiglia Altamura. Merito dei tanti accordi con partner esteri, distributori che poi a loro volta vendono e distribuiscono i prodotti della OP in giro per il mondo. «Siamo un ottimo partner soprattutto per quelle aziende che fanno IV gamma che mesi invernali non hanno prodotto. Circa il 50/60% dei nostri prodotti finisce nella IV gamma, anche se l’imbustato di I gamma negli ultimi anni è cresciuto con numeri importanti e viene venduto in diverse confezioni a seconda dei mercati di spedizione».
C’è qualche referenza che in questo momento è richiesta più di altre? «Continuano a crescere le referenze un tempo di nicchia, oggi non più. Ad esempio il Kale, cresciuto in modo incredibile: lo produciamo sia a foglia grande a pieno campo che come baby kale, rosso e verde, prodotto invece sotto serra».
Riconosciuti come OP a settembre scorso, lo sono a tutti gli effetti da gennaio di quest’anno e il prossimo mese verrà inaugurato un nuovo stabilimento permetterà loro di aumentare e migliorare alcuni standard produttivi che consentiranno di ottenere nuove certificazioni, fondamentali per aumentare le proprie quote di mercato in un paese come la Germania, sempre molto attento a questi aspetti.