Una grande conoscenza dell’agricoltura biologica, grazie ad un’esperienza sul campo che dura da più di 25 anni, vocazionalità all’export, grande impegno sul fronte dell’innovazione, con la costante ricerca di nuove varietà da sperimentare in vigna, lo studio di nuove confezioni che possano andare incontro alle esigenze della clientela internazionale. Sono alcuni dei tratti distintivi che contraddistinguono l’attività del Gruppo Tarulli, realtà pugliese di primo piano nella coltivazione di uva da tavola, con sede a Noicattaro in provincia di Bari.
Organizzazione di Produttori dal 2007, Il Gruppo può contare su 270 ettari complessivi di vigna in produzione dislocati in zone differenti.
Non tutte le zone di produzione sono naturalmente identiche e la scelta di quali varietà allevare nei differenti areali influisce notevolmente sulla qualità finale»
ci spiega Marilena Daugenti Tarulli. «Noi abbiamo a disposizione sostanzialmente tre zone: una nel tarantino, una a Mola di Bari, vicino a Noicattaro e, infine, quella di Sannicandro, nella provincia settentrionale di Bari».
Terreni e climi differenti che danno origine a qualità organolettiche altrettanto diversificate.
«A Taranto, esattamente a Castellaneta e Ginosa, coltiviamo le uve più precoci e senza semi: qui otteniamo un grado brix elevato perché è una zona più calda e bassa come altitudine». In provincia di Bari, invece, lo scenario cambia completamente: «Sì, a Sannicandro abbiamo terreni più rocciosi che donano maggior croccantezza a determinate varietà di uva oltre ad un ottimo grado brix. Caratteristiche abbastanza simili all’areale di Mola di Bari, anche se in questo caso abbiamo terreni meno calcarei e, soprattutto, in quest’ultimo caso troviamo anche l’influenza del mare».
Una realtà all’avanguardia sia nella coltivazione secondo i dettami dell’agricoltura biologica – ente certificatore CCPB – ma anche secondo quella biodinamica, grazie alla garanzia e ai controlli di Demeter, il marchio collettivo privato più famoso al mondo per questo particolare tipo di agricoltura. «Con l’agricoltura biologica otteniamo rese minori rispetto al convenzionale, mentre sul fronte dei prezzi il costo è solo lievemente maggiore grazie alla nostra capacità di produrre volumi importanti: dipende, comunque, molto anche dalle varietà».
E a proposito di varietà, la scelta di puntare su quelle senza semi è certamente una delle peculierità del Gruppo Tarulli: «Siamo stati tra i primi in Puglia a credere e investire nell’uva senza semi che rappresenta circa l’80% della nostra produzione». Uva senza semi significa anche innovazione, ricerca e continua sperimentazione. «Abbiamo instaurato rapporti molto importanti con breeder internazionali del settore. Per rendere ancora più interessante la nostra offerta di uva senza semi e dopo molti anni di studio e ricerca, abbiamo selezionato nuove varietà che hanno sapori e gusti differenti e che, ne siamo sicuri, andranno incontro alle esigenze dei consumatori, anzi, li stupiranno e cattureranno al primo assaggio!». Quali le novità già a disposizione quest’anno? “sSweet celebration, sweet sunshine, arra 15, arra 29, arra 19 e Jack’s salute”.
Gruppo Tarulli significa anche grande vocazionalità all’internazionalizzazione, tanto che quasi il 100% della loro produzione varca ormai i confini italiani: «La Germania è certamente il nostro paese più importante. Poi Svizzera, Austria, i Paesi del Nord Europa, Regno Unito e Olanda». Mercati differenti, ognuno con le sue peculiarità e bisogni. A partire dagli imballaggi. «Il packaging – continua Marilena Daugenti Tarulli – è certamente un aspetto al quale dedichiamo grande attenzione. Diversifichiamo, quindi, a seconda delle esigenze che ci vengono richieste dalla grande distribuzione dei vari paesi nei quali esportiamo: utilizziamo film, per esempio, ricavati dal mais o ancora dalla cellulosa e dal cartone, mai dalla plastica».
Essere biologici significa, inoltre, dare grande importanza alla trasparenza nei confronti del retail con il quale si collabora, quindi il concetto di tracciabilità risulta fondamentale. «Abbiamo rinnovato il nostro sito internet, che stiamo continuando ad aggiornare: qui i nostri clienti, in una sezione apposita, possono inserire il codice del lotto per avere una tracciabilità completa dell’uva e tutte le informazioni più dettagliate, sino ad arrivare anche alla singola particella di provenienza. È possibile visionare le analisi effettuate sull’uva e in futuro sarà possibile scaricare e visionare quelle relative ai multiresiduali». Un sito, inoltre, che cerca di dare molta importanza anche alla tradizione dell’uva da tavola e al suo utilizzo in cucina. “Sì, ci sono anche le ricette. Sono convinta che l’uva da tavola possa essere un ingrediente ideale per molte preparazioni che spaziano dall’antipasto fino al dolce”.
Il calendario produttivo è fitto, ricco e diversificato tra varietà e differenti finestre temporali di commercializzazione che vanno quest’anno da poco oltre la metà di giugno sino alla fine di novembre per un totale di oltre cinque mesi.