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Gruppo Orsero, occhi puntati sulla frutta secca

frutta secca

Anche il Gruppo Orsero sta guardando con grande interesse al comparto della frutta secca. Le conferme arrivano direttamente dall’interno della stessa famiglia Orsero e sono state riportate dall’agenzia di stampa Reuters, poi riprese ieri dal quotidiano genovese Il Secolo XIX.

Degli 80 milioni apportati da Glenalta – scrive il Secolo citando a sua volta la Reuters, che riporta dichiarazioni di Raffaella Orsero – 25 milioni saranno utilizzati per acquisire gli strumenti partecipativi, mentre fino a 55 milioni saranno utilizzati per acquisizioni e investimenti finalizzati, ad esempio, a consolidare il mercato di riferimento o espandersi in settori adiacenti, come quello della frutta secca”.

“Il gruppo Orsero, sia pure ridimensionato – prosegue il quotidiano ligure – a febbraio sarà quotato in borsa grazie alla fusione con Glenalta, e se è vero che la famiglia Orsero e i suoi soci storici (le famiglie Ottonello e Tacchini) non avranno la possibilità di superare il 49% delle azioni, è pur vero che Raffaella Orsero manterrà il ruolo di presidente.

E l’aver ventilato di voler entrare nel ricco e dinamico settore della frutta secca è stata letta come una dichiarazione di guerra alla Noberasco 1908, altra azienda albenganese (anche se oggi trasferita completamente a Carcare), leader nella frutta secca e disidratata. Tra le due realtà dell’import-export ingauno, oltretutto, i rapporti sono sempre stati ottimali. Negli Anni ’70, addirittura, importavano e distribuivano assieme i pompelmi Jaffa prodotti in Israele. Ora la dichiarazione di guerra è dettata anche dal fatto che la frutta secca, un tempo limitata ai prodotti in guscio da consumare in occasione delle festività invernali, è diventata un prodotto salutista, adatto nelle diete degli sportivi. E accanto a noci e nocciole anche fichi e prugne secche, frutta disidratata lavorata con cioccolato e spezie hanno trovato spazi sulle tavole dei gourmet. Noberasco, dal canto suo, non sta a guardare. Sotto la guida del giovane amministratore delegato Mattia, guardato da vicino dagli zii Gabriele, presidente, e Giabetto, ex presidente e ad, ha dato vita a una joint-venture con Besana, altro player di peso nel settore frutta secca. Un consorzio tra imprese con l’obiettivo di promuovere sinergie sugli acquisti, sui processi di specializzazione produttiva e sullo sbocco nei mercati mondiali”.

Il Secolo XIX ha interpellato anche la Noberasco, che parlando della joint venture con Besana ha riposto al quotidiano: “La storia, i modelli di business, le visioni strategiche e le affinità culturali delle due aziende hanno favorito un lavoro di intensa ma rapida verifica delle opportunità che potrà generare l’alleanza. Le due famiglie che controllano il capitale delle due imprese, la famiglia Calcagni e la famiglia Noberasco, hanno promosso e stimolato, in questi mesi, un tavolo di confronto tra i loro manager che ha condiviso il disegno di accordo tra le due società. Le sinergie industriali sono favorite anche dalla complementarietà che esiste tra le due imprese: Noberasco infatti è focalizzata più sui frutti morbidi e Besana più sui secchi. Il nuovo piano mira anche allo sviluppo su nuovi mercati integrando le rispettive gamme di prodotto. L’Europa sarà considerato mercato “interno”, ma il nostro obiettivo è penetrare in maniera ancora più incisiva su mercati strategici come l’Asia e il Nord America”.

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