Chi ha scelto di investire il proprio lavoro e la propria vita nella coltivazione della terra deve tornare ad avere un ruolo centrale. Il primo anello della filiera dell’uva da tavola, spesso poco valorizzato, ritorna protagonista del sistema ortofrutticolo attraverso un percorso condiviso di trasparenza, professionalità e credibilità. Cultura del prodotto, tradizione unita all’innovazione nella coltivazione e rispetto dell’ambiente. Dare importanza, valore e visibilità ad un sistema virtuoso fatto di persone è il compito di una Organizzazione di Produttori”.
Rosario Ferrara – Direttore Coordinatore APOC
Organizzati per valorizzare è il leitmotiv della Organizzazione di Produttori Campana APOC, che ha inteso rafforzare il valore e la visibilità delle proprie Aziende produttrici di Uva da Tavola, dotandole di un importante strumento di certificazione: UVITALY, Qualità Certificata APOC.
Dal 2012, infatti, la APOC adotta uno specifico Disciplinare di Produzione oggi certificato dal prestigioso e autorevole ente KIWA CERMET Italia SpA, che guida la realizzazione di un prodotto rispondente a precise caratteristiche in termini di pezzatura, colorazione, grado brix e ne sorveglia annualmente il mantenimento degli standard attraverso controlli ed ispezioni presso le aziende aderenti. L’Uva da Tavola ottenuta secondo il suddetto Disciplinare è caratterizzata da specifiche proprietà organolettiche legate alle zone di produzione e da elevata qualità, garantita da produttori estremamente attenti all’impatto della propria attività agricola sull’ambiente.
Le basi che costituiscono la certificazione UVITALY sono quelle della Buona Agricoltura: Professionalità, Trasparenza, Tracciabilità e Rispetto per l’Ambiente. Aspetti e contenuti ormai ampiamente richiesti dalla filiera ortofrutticola e dalle GDO.
Per l’Organizzazione di Produttori APOC, il prodotto Uva da Tavola, dalla scorsa campagna di raccolta, ha visto consolidarsi il dato che vede il prodotto come la prima referenza nel fresco rappresentata in OP con un fatturato 2015 che si è attestato oltre i 26 milioni di Euro con una superficie coltivata ‘vigneto a tendone’ di 1.300 ettari e con oltre 100 aziende associate delle regioni Puglia, Basilicata e Sicilia. Un dato importante da evidenziare è proprio l’elevato numero di aziende che in questi anni l’APOC è riuscita a unire.
La vera aggregazione sta proprio nella capacità di unire diverse tipologie di aziende di tutte le dimensioni. Per APOC l’obiettivo è quello di riuscire ad armonizzare le diversità aziendali e produttive assieme alle tipicità territoriali senza omologarle in standard. La certificazione Uvitaly è intesa come percorso di qualificazione aziendale per diventare sempre più base credibile per azioni condivise delle aziende associate in APOC che portino ad auspicabili sbocchi commerciali anche attraverso la valorizzazione dei rapporti esistenti con le aziende storiche di trasformazione e commercializzazione che operano sul territorio. Ritornare protagonisti della filiera è possibile: con Uvitaly aumentano le opportunità di visibilità alle professionalità, alle maestranze, ai territori qualificandole attraverso un sistema serio, tracciabile e garantito” – conclude Ferrara.
Da questa stagione di raccolta uva da tavola 2016, gli associati all’organizzazione di produttori APOC potranno contare su una nuova e rinnovata forza comunicativa di UVITALY, in una campagna di rilancio che si comporrà di diverse azioni, il cui obiettivo di dare sempre più centralità e valore alle aziende produttrici associate APOC è oggi percorribile grazie alle tante professionalità messe in campo che fanno di UVITALY un progetto importante per la filiera dell’uva da tavola.
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