È positivo il quadro che emerge dai dati di bilancio 2015 del Cesac (Centro Economico Servizi Agricoli). La cooperativa con sede a Conselice (Ra) e stabilimenti in provincia di Bologna e Ferrara- aderente a Confcooperative e ad Apo Conerpo – il 24 maggio ha illustrato dati più che confortanti e con ottime prospettive per il futuro.
Il fatturato del 2015 è stato di 57,5 milioni di euro, con un patrimonio netto di oltre i 3,8 milioni di euro. Gli addetti sono 242 (erano 200 nel 2014), i soci hanno superato quota 1.300. Nel 2015 la produzione conferita si è attestata sulle 118.800 tonnellate: 77.000 tonnellate di cereali, 35.000 di orticole, di cui 18.000 di patate e 17.000 di cipolle, queste ultime pari al 63% dell’intera produzione del comprensorio bolognese e al 10% del raccolto nazionale. Nell’offerta del CESAC ci sono anche anche 6.800 tonnellate di uva.
Il tutto assume un significato ancor più soddisfacente se, come ha sottolineato il presidente Stefano Andraghetti, si prendono in considerazione due fattori certamente non secondari che hanno caratterizzato il 2015: da una parte la congiuntura economica che ha continuato a far sentire i suoi effetti, dall’altro l’andamento climatico anomalo che ha caratterizzato la passata stagione e ha provocato una sensibile contrazione delle rese produttive di un po’ tutte le colture nelle quali Cesac concentra la sua specilizzazione, orticole incluse, con patate e cipolle che hanno fatto registrare un calo 30-35%, compensato però in buona parte dall’aumento delle superfici coltivate da parte dei soci.
Orticole. Un settore in crescita
Proprio il comparto orticolo rappresenta uno dei settori, non il solo, dove il Cesac ha investito in modo importante ampliando il suo raggio d’azione acquisendo in affitto le attività della cooperativa Tre Spighe (patate) e incorporando la cooperativa Cometa di Medicina in provincia di Bologna (cipolle). A questo bisogna aggiungere l’acquisizione dello stabilimento Sermenghi di Medicina e, tramite l’accordo con il Consorzio dei Partecipanti di San Giovanni in Persiceto, la presa in gestione del suo Centro di Stoccaggio Cereali di San Matteo della Decima (Bo).
Il potenziamento del settore orticolo passa anche per quello del prodotto fresco con i prodotti di IV gamma (anche come copacker per private label della Gdo), che rappresentano una voce sempre più importante per Cesac. Il comparto, nel complesso, rappresenta il 30% del fatturato di Cesac, al quale bisogna aggiungere un 8% apportato dalla IV gamma. Per ora il biologico è una voce minoritaria, anche se l’obiettivo, anche in questo caso, è quello di dargli più spazio.
Sul fronte dell’export Claudio Brintazzoli, responsabile orticole e IV gamma di Cesac, ci ha illustrato la situazione dei due anni passati: nel 2014 Cesac ha iniziato a commercializzare cipolle verso i paesi dell’Est (soprattutto Russia). Nel 2015 le temperature troppo calde dell’estate hanno ridotto i raccolti ed i calibri, rimasti di pezzatura piccola, non hanno consentito di sviluppare un grande lavoro in questo senso. Per il futuro Cesac ripone speranze nell’export di cipolle bianche, anche a fronte di passate esperienze positive negli Emirati Arabi.
Nel piano industriale del prossimo triennio ogni settore sarà ulteriormente potenziato. La stima è quella di arrivare ad un di 65 milioni di euro nel 2016, di 68 milioni nel 2018.