Le ferite provocate dell’emergenza meteo nella Sicilia Orientale, dopo la gran botta di domenica 24 ottobre e le successive ondate di martedì 26 e venerdì 29, faticano a rimarginarsi. Apollo, con la violenza di un ciclone tropicale, ha fatto disastri. Catania è stata per una settimana una città spettrale.
“Tutto chiuso. In giro per giorni non si è vista un’auto. E le piante di agrumi della Piana sono ancora a mollo nell’acqua”, racconta Aurelio Pannitteri, presidente di Op Rosaria, che descrive una situazione drammatica, con pesanti danni all’agricoltura ma ancora difficili da valutare nella loro complessità, con gli agrumicoltori in ginocchio.
Purtroppo non è del tutto finita. Le previsioni restano di pioggia e vento per tutta la prima settimana di novembre, anche se senza gli eccessi di fine ottobre.
“Non è ancora possibile – sottolinea Pannitteri – fare una precisa conta dei danni, né capire quante piante si salveranno. Non sappiamo quello che succederà alle piante che sono state così tanto tempo con l’apparato radicale immerso nell’acqua; non possiamo ancora immaginare come reagiranno”.
Proprio nella settimana del 25 ottobre Op Rosaria avrebbe dovuto essere alle prese con le prime fasi della raccolta dell’Arancia Bionda. Tutto è posticipato a data da destinarsi. La Gdo ha iniziato a chiedere il prodotto, ma la Op non può fare previsioni sul se e sul quando riuscirà a soddisfare la domanda.
“Quest’anno abbiamo avuto 150 giorni di siccità – racconta Pannitteri incredulo – e abbiamo tanto sperato che arrivasse la pioggia, ma mai, mai ci saremmo aspettati che potesse arrivare in questo modo“.
“Quel che è peggio, forse ancora di più dell’acqua stessa, è il silenzio delle autorità locali – incalza il presidente di Op Rosaria -. Nessun politico siciliano è intervenuto per dire una sola parola sui danni all’agricoltura. Ci sentiamo abbandonati”.
Fonte: Op Rosaria