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Crisi Afghanistan, le ricadute sull’import-export dell’ortofrutta

Dopo il crollo del governo, i voli a terra e i corridoi chiusi stanno mettendo a dura prova gli scambi commerciali

E’ ancora presto per fare bilanci circa le ricadute che la crisi dell’Afghanistan avrà sullo scambio merci internazionale, ma di sicuro le prime avvisaglie in merito alle difficoltà ci sono già tutte. Secondo anche quanto riportato da Asiafruit Magazine, per quanto concerne il settore ortofrutta, allo stato attuale, gli esportatori si trovano a fare i conti da un lato con i corridoi aerei e i voli chiusi, dall’altro con le colture prossime alla raccolta. Non si dimentichi infatti che l’Afghanistan coltiva ed esporta una vasta gamma di prodotti, tra cui mele, albicocche, ciliegie, meloni e uva, oltre alla frutta secca. E, pertanto, si stanno affannando per assicurarsi rotte alternative. Il tutto in uno scenario tutt’altro che semplice: i leader mondiali si preparano al G7 di emergenza di domani, al cui centro ci sarà la data fissata dagli americani per il ritiro – il 31 agosto – e la gestione dei flussi migratori.

La situazione attuale

L’Afghanistan non ha alcuno sbocco sul mare e pertanto, per le importazioni e le esportazioni, dipende dai porti di altri paesi. In particolare, l’India è il più grande mercato di esportazione per i produttori afghani e i confini di Torkham e Chaman con il Pakistan sono le rotte terrestri principalmente utilizzate per le attività commerciali tra Afghanistan e India. A quanto si sa fino a ora, i talebani avrebbero invitato gli esportatori e tutti gli afgani a continuare le loro normali attività commerciali, tanto che il portavoce avrebbe dichiarato: “L’economia è una questione fondamentale e importante, tutti dovrebbero continuare a investire nel Paese”. Eppure, secondo la Bbc, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) avrebbe affermato che più di 500 tonnellate di forniture mediche in scadenza in Afghanistan sono bloccate fuori dal Paese a causa del caos all’aeroporto di Kabul. Le forniture, comprese le attrezzature chirurgiche e i kit per la malnutrizione, sono necessarie per aiutare centinaia di migliaia di persone sfollate: si fa fatica a pensare che il resto degli scambi possa proseguire in serenità. Anche perché, nel frattempo, le forze sono concentrate sulla situazione drammatica delle evacuazioni: “La nostra priorità assoluta è portare tutti gli americani fuori da Kabul”, ha dichiarato Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, facendo riferimento a un’operazione “incredibile, difficile e dolorosa”.

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