Se il 2020 è stato un anno orribile per le pesche e le nettarine europee, il 2021 sarà addirittura peggio. E’ quanto è emerso oggi all’ultimo “Le mardis de Medfel”, gli appuntamenti tesi a fare il punto sull’andamento delle produzioni europee di frutta estiva.
Il quadro è sconfortante: gelate, freddo e grandine sono riusciti a mettere ulteriormente in ginocchio i produttori italiani, francesi, greci e spagnoli, (quasi) tutti già provati dalla scorsa annata: “La situazione è grave”, ha sintetizzato Elisa Macchi, direttrice di Cso Italy.
Italia: secondo anno drammatico
Le gelate non hanno risparmiato nessuna regione, da nord a sud hanno colpito tutti i bacini produttivi italiani di pesche e nettarine.
E, infatti, i numeri sono tragici: si prevede di chiudere la campagna con 722mila tonnellate, il che significa -11% rispetto al 2020, anno altrettanto drammatico che ha prodotto 799mila tonnellate. E, pertanto, conti alla mano, significa -45% rispetto al potenziale produttivo di circa 1 milione e 200mila tonnellate.
Nessuna regione esce indenne dalla primavera bizzarra: il Piemonte perde il 70% rispetto al suo potenziale, la Puglia il 40, la Campania il 30. Quasi azzerata la produzione veneta, mentre l’Emilia Romagna guadagna qualcosa rispetto al tragico 2020, sarebbe in effetti difficile fare peggio. A questa debacle si somma il calo delle superfici: sono stati persi, per abbandono, il 5% degli ettari produttivi.
Grecia: sarà un anno difficile, -50% sul 2020
La Grecia lo scorso anno si è salvata e ha chiuso la stagione con una produzione complessiva di 690mila tonnellate di prodotto tra pesche, nettarine e percoche. Inoltre ha beneficiato della carenza complessiva di prodotto sul mercato, spuntando prezzi alti. Ma quest’anno la situazione è preoccupante: la stagione è in forte ritardo e le previsioni sono al minimo storico tanto che, per trovare numeri confrontabili a quelli di questa annata, si deve tornare al 2003. La Penisola ellenica soffre su tutti i fronti: con una previsione di 110mila tonnellate, le pesche perdono il 45% rispetto alla produzione 2020. Dimezzate anche le nettarine (50mila tonnellate previste) e le percoche (200mila tonnellate stimate).
Francia: soffrono tutte le varietà, non solo le precoci
Le previsioni non sono buone nemmeno per la Francia: -36% rispetto al 2020, il che significa 115mila tonnellate di prodotto. A pesare nel bilancio è soprattutto la situazione della regione del Rodano, che con le temperature rigidissime della notte dell’8 aprile ha perso quasi tutto, non solo le varietà precoci. Ma la situazione non è serena in nessun distretto produttivo francese. Va ricordato, però, che lo scorso anno la Francia se l’è cavata: l’annata è stata definita positiva dal punto di vista quantitativo, qualitativo e dei consumi.
Spagna: -20% rispetto al potenziale produttivo
Gelate in Catalogna e non solo, allegagioni irregolari. Anche la Spagna non se la passa bene, si conta di chiudere la stagione con poco più di un milione 200mila tonnellate di prodotto. Il che significa, guardando i numeri, un contenuto 6% rispetto al 2020. Un dato, quest’ultimo, che non tiene conto di quanto accaduto lo scorso anno, quando le gelate in Andalusia e Catalogna, ossia i principali distretti produttivi spagnoli, hanno messo in ginocchio i produttori delle zone. Pertanto, confrontando i dati di quest’anno rispetto al potenziale produttivo di un milione e 500mila tonnellate, la Spagna perde almeno il 20% della sua produzione. A questo si sommi lo stesso fenomeno evidenziato in Italia, ossia la contrazione delle superfici produttive del 10-15 per cento.