La retribuzione media dei lavoratori della grande distribuzione e del commercio al dettaglio è pari a 28.555 euro lordi annui, circa 800 euro sotto la retribuzione media nazionale. Lo rivela una ricerca condotta da Spring Professional (la società di The Adecco Group specializzata nella ricerca, selezione e valutazione dei profili di middle management) in collaborazione con JobPricing che ha analizzato 450.000 profili in Italia per la redazione della Guida alle retribuzioni dei professionisti nella filiera della Gdo.
La retribuzione media dei lavoratori con qualifica di quadro si attesta attorno ai 52.864 euro, il 2,5% in meno rispetto alla media nazionale (circa 1.400 euro in meno), mentre gli impiegati del settore percepiscono una retribuzione di 28.625 euro, inferiore del 6,9% alla media nazionale (circa 2.100 euro in meno).
Anche la retribuzione variabile ha un peso minore nella gdo rispetto alla media nazionale, sia come importo sia come numero di percettori, e sia per i quadri sia per gli impiegati. Nel 2019 il 64,4% dei quadri ha percepito una quota variabile, mentre la percentuale degli impiegati è il 49,6%; gli importi medi sono stati rispettivamente di 6.072 e 2.205 euro lordi.
In generale, l’andamento delle retribuzioni negli ultimi cinque anni non è stato positivo: la retribuzione media reale è calata dell’1,4%, a fronte di un andamento medio nazionale che è stato pari all’1,9%. Il trend ha un impatto ancora più negativo alla luce del 2,7% di inflazione calcolato nell’ultimo quinquennio. In poche parole, i lavoratori della Gdo hanno perso anche in termini di potere d’acquisto.
Il 2019 ha registrato un lieve calo delle retribuzioni (nell’ordine dello 0,5%), ma la situazione retributiva è stata complessivamente stagnante per tutto il mercato (su scala nazionale sono calate dello 0,1%). Tuttavia, negli ultimi cinque anni le retribuzioni dei quadri non solo hanno tenuto, ma sono anche in andamento positivo, mentre risultano in calo le retribuzioni degli impiegati.
Il numero di addetti della Gdo è di circa 420mila unità; numero che dal 2015 al 2018 è aumentato del 6,2%, trend positivo in tutte le tipologie di esercizio ad eccezione dei minimarket. Il 2018 registra un incremento dell’1,8%. Tutte le variazioni positive sono, però, in rallentamento rispetto a quanto registrato negli anni passati, confermando una frenata della tendenza espansiva del segmento.