I ragazzi e le ragazze portatori di disabilità da oggi non saranno più esclusi dall’accesso alla conoscenza in materia di ambiente e sostenibilità. È questo l’ambizioso scopo del progetto Insidee (acronimo inglese di INclusion through sustainable development and european eco-citizenship) finanziato con i fondi del Programma europeo di mobilità Erasmus Plus per l’istruzione e la formazione dei giovani.
Il progetto è stato lanciato ufficialmente all’inizio di giugno con il kick-off meeting svoltosi su una piattaforma virtuale (a causa delle restrizioni dovute all’emergenza Covid-19) fra i sei partner: Au Fil de la Vie (Francia) in veste di coordinatore del progetto; Nyama Nevazmozhni Neshta (Bulgaria) e Verdiblanca (Spagna) specializzate nel supporto e nell’integrazione di persone portatrici di disabilità; Alimos soc. coop (Italia), Ecological Future Education (Lettonia) ed Euridea (Italia) con una lunga esperienza in progetti di educazione ambientale, sostenibilità e gestione del ciclo di progetto.
I giovani portatori di disabilità sono spesso esclusi dalle tematiche ambientali e più in generale da quelle riguardanti la sostenibilità perché mancano supporti e percorsi adatti alle loro esigenze e abilità. Tuttavia, essi hanno gli stessi bisogni del restante pubblico a partire dall’acquisizione di consapevolezza circa l’impatto dei comportamenti e delle scelte che concretamente ogni giorno vengono compiuti dalle persone.
Durante i due anni di progetto, i giovani disabili verranno accompagnati in un percorso che permetterà loro di diventare “eco-ambasciatori” e le loro scelte misurate in termini di impronta ecologica. Un’iniziativa originale e ambiziosa che vede un team di operatori altamente specializzati cimentarsi in un ambito doppiamente utile poiché terreno di convergenza di bisogni sociali e ambientali. L’intento dei sei partner che hanno ottenuto la fiducia del Programma europeo è sostenere l’impegno dei giovani portatori di disabilità, la loro autodeterminazione e la loro responsabilizzazione attraverso una specifica attività di educazione alla sostenibilità.
Grazie al lavoro e alla collaborazione del team di progetto, l’informazione non sarà solo corretta, ma anche accessibile. Ciò sarà possibile grazie a un software di facile consultazione che permetterà ai giovani coinvolti di verificare istantaneamente l’impatto delle scelte assunte davanti ad una qualunque azione quotidiana come potrebbe essere per esempio la separazione dei rifiuti domestici, la scelta di un alimento, eccetera.
Il nostro approccio, sostengono i sei partner, è nella logica del “nulla di noi senza di noi” e quindi i giovani con disabilità faranno parte di ogni fase della vita del progetto per definire le loro esigenze specifiche per progettare la formazione e i materiali d’uso. Tutto questo consentirà loro di condividere le nuove abilità acquisite con amici e familiari.
Nei prossimi mesi, sotto la direzione di Euridea, ciascuno dei partner condurrà una serie di interviste a operatori del settore al fine di sviluppare una vera e propria ricerca (need analysis) per identificare quali conoscenze mancano in merito al tema trattato, quali differenze e quali somiglianze è possibile apprezzare all’interno dei Paesi rappresentati dai diversi partner.