Eataly contro Esselunga. Questa volta non è un’intervista o una dichiarazione dei due proprietari delle due note insegne, come accaduto qualche tempo fa (vedi qui e qui), ma il settimanale Panorama a mettere uno contro l’altro due leader della distribuzione alimentare italiana come quelli capitanati da Oscar Farinetti e Bernardo Caprotti. Il settimanale del gruppo Mondadori dedica, nell’ultimo numero in edicola, un servizio nel quale confronta i prezzi delle due insegne a parità di prodotti, sia confezionati che freschi. 30 prodotti acquistati in due punti vendita milanesi: Eataly Smeraldo di Piazza XXV aprile e il vicino punto vendita Esselunga situato al piano interrato del Samsung District. Il risultato? “Esselunga batte Eataly 215 a 283 (Euro)”. Questo il titolo dell’articolo secondo il quale, scontrini alla mano e senza considerare le eventuali offerte, risulta come da Esselunga si risparmi il 26% sui prodotti a scaffale e il 28% su quelli freschi.
Praticamente quasi una prova sul campo di quanto lo stesso Caprotti, nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano lo scorso aprile, aveva dichiarato sul tema dei prezzi di Esselunga e Eataly: “Una melanzana da noi costa 2,28 euro al chilo, da Eataly 3,90 euro, il 40% di differenza; per l’insalata riccia è meno 42%. This is money, questi sono soldi” aveva tuonato il 90enne imprenditore brianzolo. E sui freschi, secondo la rilevazione di Panorama, la forbice è ancora maggiore. Qualche esempio? Il radicchio lungo da Eataly costa l’81% in più al chilo (5,40 vs 2,98), le mele Golden di origine trentina il 102% in più (3,40 vs 1,68) fino ad arrivare all’insalata riccia, che risulta essere dei 30 prodotti presi in esame quello con lo scarto percentuale paggiore, pari al 111% (3,90 vs 1,85).
Ma se sui prodotti confezionati il paragone è semplice e inequivocabile, sul fresco come confrontare prodotti che magari hanno fornitori e qualità differenti? Panorama sostiene di aver fatto scelte assolutamente confrontabili in questo caso attraverso l’aiuto di alcuni esperti. “L’unica obiezione – conclude l’articolo – che potrebbe opporre Eataly è quella di condizioni più favorevoli riconosciute a contadini e allevatori: ma è difficile immaginare, in un mondo dove l’approviggionamento è uniformato, prezzi all’ingrosso quasi una volta e mezza superiori a quelli praticati da un top player”.
Difficile, in realtà, mettere a confronto due logiche di acquisto e due format di vendita completamente differenti, pur a parità di prodotti messi in vendita da entrambe le due insegne. Anzi, verrebbe da dire: dov’è la notizia? Da Eataly, bella o brutta che sia, realmente appagante e originale che sia, si vive un’esperienza di acquisto completamente differente, e i corner food, in alcuni casi veri e propri ristoranti interni, sono essenziali, tali da rendere Eataly più un luogo dove mangiare (vedi proprio il punto vendita milanese preso in esame) e fare anche degli acquisti, più che un punto di riferimento deputato alla spesa quotidiana, con l’occhio ben attento al risparmio. Esselunga è considerata unanimemente un’insegna di qualità all’interno del comparto della grande distribuzione organizzata e forse andrebbe confrontata con competitor che operano nello stesso campo di gioco. Anche perché, se la questione è solo il prezzo, basta recarsi negli ipermercati Auchan dove sono presenti dei corner con i prodotti Eataly, e anche in questo caso i prezzi a volte sono inferiori a parità di referenza rispetto ai punti vendita originali. Luoghi di acquisto differenti, politiche di prezzo differenti.