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Castagne, in Lunigiana il cinipide torna a fare paura

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Il cinipide torna a spaventare i castanicoltori della Lunigiana. Questo insetto importato dalla Cina, che rappresenta un vero e proprio spauracchio per i castagneti, si sta infatti presentando in gran numero nei boschi di castagno dell’alta Toscana, con tutto ciò che ne consegue.

A denunciarlo è il “Comitato per la salvaguardia e la valorizzazione del castagno delle api e del miele di Tresana”, che in una nota spiega: “La situazione delle piante di castagno nel nostro Comune è imbarazzante. Il cinipide che, dal 2008, ha infestato i castagni del nostro territorio, ha raggiunto livelli mai visti prima, portando alla moria un numero elevatissimo di piante nelle nostre selve.

Basta entrare in un bosco e alzare gli occhi e si noterà subito la percezione di vedere più piante secche che vive e in piena vegetazione. La politica attuata dalle varie amministrazioni per combattere il cinipide è stata, quindi, fallimentare, in quanto non ha portato quell’equilibrio tra l’antagonista e il predatore. È inutile immettere l’antagonista torymus ogni qualche anno senza avere un’adeguato e continuo studio e monitoraggio. È in atto un’epidemia senza precedenti sul simbolo del nostro territorio, che è stato dimenticato e lasciato morire. O si agisce subito – prosegue il comitato – o nel giro di pochi anni non avremo più una pianta nel territorio e in quelli limitrofi, dove abbiamo notato una infestazione simile, con galle enormi e piante malate”.

Il comitato ha poi incontrato l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi, al quale ha chiesto “una lotta al parassita energica e del personale universitario che segua in modo serio il patogeno, attraverso un monitoraggio continuo, con postazioni fisse sul campo e non azioni sterili e fine a se stesse come sono state messe in atto dai Comuni in questi anni”.

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