“Dalle nocciole Igp del Piemonte al riso delle campagne di Vercelli e Novara, dalle olive taggiasche all’olio extravergine d’oliva, dal pesto ligure ala fontina valdostana fino alla pasta di grano 100% italiano assieme a frutta e verdura. Oltre una tonnellata di cibo a km zero è stata raccolta grazie alla generosità degli agricoltori di Campagna Amica, dei cittadini torinesi e dei turisti per arrivare nelle case delle famiglie in gravi difficoltà economiche”. È questo, il sintesi, il bilancio che Coldiretti fa dell’iniziativa “Spesa sospesa”, lanciata in anteprima da Coldiretti e Campagna Amica assieme alla Caritas al Villaggio #stocoicontadini, ai Giardini Reali Superiori di Torino, in occasione della diffusione del Rapporto su “La povertà a tavola”.
Per tutto il weekend scorso i visitatori dei banchi del maxi mercato degli agricoltori, tra i giardini e piazza Castello, hanno avuto la possibilità di fare una donazione libera grazie alla quale acquistare prodotti a favore dei più bisognosi, sul modello dell’usanza del “caffè sospeso”, cioè quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. In questo caso si è trattato di frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni tipo di genere alimentare made in Italy, di qualità e a km zero tra quelli proposti dagli agricoltori di Campagna Amica. La spesa raccolta è stata consegnata alla Caritas che si occupa della distribuzione alle famiglie in difficoltà.
Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, ha commentato: “Anche in un momento di festa come il Villaggio abbiamo voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche”.
“Iniziative come questa non servono solo dare risposte economiche e pratiche a drammatiche situazioni di disagio, ma anche a risvegliare le coscienze”, ha aggiunto il sindaco di Torino, Chiara Appendino. Soddisfatto anche l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, che ha sottolineato come “oggi moltissime famiglie con bambini siano costretti a rivolgersi alle mense dei poveri e che la cosa più preoccupante è che l’accesso al cibo è diventato un problema anche per le fasce di età più giovani che andrebbero salvaguardate”.