Panettoni, pandori, torroni, ma anche dolci tipici, preparati seguendo ricette antiche, quest’anno vanno meglio del solito. Succede nel Lazio, in provincia di Viterbo, dove il coro che conferma tale tendenza è pressoché unanime. A farsene portavoce sono il presidente dell’Associazione Panificatori e Pasticceri di Viterbo, Ermanno Fiorentini, e quello di Cna Agroalimentare, Claudio Cavalloro: “Se gli ultimissimi giorni restano quelli decisivi – spiegano – stavolta i consumatori si sono mossi prima. Hanno giocato d’anticipo, acquistando creazioni in cioccolata, biscotti a tema, torroni e panettoni che, oltre a una miriade di gusti sempre più vasta, sopra hanno perfino il presepe. È la tradizione che si unisce alla creatività. Panificatori e pasticceri hanno dato sfogo alla fantasia. I panettoni – proseguono Fiorentini e Cavalloro – meritano un capitolo a parte.
Oltre ai classici, sempre di altissima qualità, ecco le varianti, con abbinamenti sfiziosi: zenzero e limone di Sicilia; cannella e cioccolato; fichi, noci e cioccolato; mele e cannella; castagne e rum; cannella e albicocche; arancia e cioccolato farcito, anche con crema al pistacchio e nocciola. Poi ci sono quelli decorati con soggetti natalizi in pasta di zucchero. Infine, il panettone salato, con pere candite e formaggio stagionato in grotta. Il 2017 però, grazie alla campagna promossa dalla Cna, è anche l’anno dei dolci delle feste come si facevano una volta. Prodotti con le materie prime del territorio e dai sapori antichi. Qualche esempio? Nel capoluogo i tozzetti alle nocciole, che ovviamente vanno forte in tutti i centri dei Cimini, il pangiallo a Montefiascone (e non solo), il panpepato a Ronciglione, i mostaccioli e i pizzicotti a Canino, le ‘mbriachelle ad Acquapendente, i ceciaroli a Corchiano, i tortiglioni o capitoni a Tuscania e a Bagnoregio. E comunque ogni comune, grande o piccolo, ha il proprio dolce di Natale”.
Nel presente c’è uno sguardo all’innovazione, senza dimenticare il passato. “Cerchiamo sempre di proporre novità – dice Fiorentini – e vediamo che sono molto ricercate. Bene anche i dolci classici”. Cavalloro conferma: “E’ apprezzato sempre di più il prodotto tipico e artigianale, fatto con materie prime buone e di qualità. E i risultati, sotto il profilo delle vendite, sono migliori rispetto allo scorso anno”.