Dopo l’emergenza cinipide, per le castagne e i prodotti da esse derivati arrivano minacce concrete dalla fauna selvatica. L’allarme, ancora una volta, è stato lanciato nei giorni scorsi da Coldiretti, che rileva: “Nel giro di dieci anni i cinghiali sono raddoppiati, superando il numero record di un milione e mettendo a rischio non solo le produzioni made in Italy e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita degli automobilisti, con ben 18 morti e 145 feriti causati nel 2015 da incidenti stradali provocati dagli animali. La regione più colpita – denuncia Coldiretti – è la Toscana ed è per questo motivo che lo scorso 2 agosto una mobilitazione di migliaia di agricoltori, tra cui anche molti giovani, è arrivata con i trattori a Firenze.
Dal 2005 – sottolinea ancora l’associazione agricola – il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato, passando da 600.000 esemplari a oltre un milione nel 2015. Un vero e proprio esercito che assedia oggi le campagne italiane con attacchi quotidiani alle colture, radendo al suolo campi di grano, mais, orzo, ma anche le produzioni tipiche, dalle castagne al farro, delle mele all’uva che gli agricoltori hanno salvato in questi anni dall’estinzione per poi rischiare di vederle sparire a causa della pressione dei selvatici. Ma accanto ai cinghiali – prosegue Coldiretti – si intensificano su tutto il territorio nazionale gli attacchi degli altri animali, dalle nutrie agli storni, dai daini ai caprioli, fino ai mufloni, per danni alle produzioni che nel 2015 hanno raggiunto complessivamente i 100 milioni di euro. Un problema che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole.