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Frutta secca, un “bancomat” per l’export della Serbia

frutta secca

Tra i generi ortofrutticoli più esportati dalla Serbia, la frutta secca si pone ai primi posti e la tendenza va verso un continuo aumento. Ma c’è di più: in questo Paese della ex Jugoslavia si sta sviluppando a grandi passi una conversione al biologico, viste le richieste in tal senso provenienti da consumatori UE ed extra UE. A rilevarlo è Serbian Monitor, organo editoriale della eastCOM Consulting, che scrive tra l’altro: “Sempre più persone sono coinvolte in Serbia nelle produzioni biologiche. Nel 2006 si contavano 137 produttori mentre l’anno scorso tale cifra ha superato le 2000 unità. Tuttavia questo interesse non trova riscontro tra i consumatori serbi, per cui quasi tutta la produzione biologica serba viene venduta all’estero, in particolare in Germania, in USA, nei Paesi Bassi, in Belgio, in Austria e Polonia”.

Serbian Monitor poi continua precisando: “I prodotti maggiormente richiesti sono i mirtilli e i lamponi congelati, le mele fresche e il concentrato di mele, la frutta secca e i purè di amarene, di mela cotogna e di mirtilli”.

Veljko Jovanović, membro del Centro per la produzione biologica della Camera di Commercio di Serbia, aggiunge: “Gran parte di questi prodotti prendono la via dell’estero. Ci vorrà molto tempo prima che i prezzi si abbassino e anche i consumatori serbi possano comprare questi prodotti. In ogni caso ci sono dei segnali incoraggianti nei supermercati…Le coltivazioni biologiche si estendono su 15.000 ettari, in grande incremento rispetto ai 9000 ettari dello scorso anno. Dal 2012 l’export di prodotti biologici è cresciuto costantemente, ma se si considera che i pomodori convenzionali vengono venduti a 70 dinari al chilo e quelli biologici a 250 appare chiaro perché vi è poca domanda interna”.

“Dal canto suo – scrive ancora Serbian Monitor – la segretaria generale dell’associazione Serbia Organica, Ivana Simic, conferma che praticamente tutta la produzione di frutta fresca, secca e trasformata di tipo biologico va all’estero…Tra i paesi dell’Unione Europea, quello con la produzione biologica più evoluta è l’Austria, mentre la scelta strategica più radicale è stata fatta dalla Danimarca, che ha deciso che di trasformare entro i prossimi 25 anni tutta la produzione agricola in biologica. La Germania vanta il più alto numero di consumatori. Le statistiche europee mostrano che le fattorie biologiche sono in media più grandi di quelle tradizionali. Nell’Unione Europea il primo intervento legislativo risale al 1991, ma è nel 2001, con l’esplodere della malattia della mucca pazza, che si è verificata una forte spinta verso una rapida crescita della produzione biologica”.

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