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Embargo Russia. L’analisi di Ismea sui dati di agosto del made in Italy agroalimentare

Salumi e insaccati i più penalizzati. Ortofrutta: perdite tra il 60 e 70%

Prodotti lattiero caseari, carni fresche e congelate, l’ortofrutta fresca e i salumi e gli insaccati. Sono questi, in sintesi, i prodotti agroalimentari italiani colpiti dall’embargo russo, iniziato il 7 agosto dopo che il Cremlino ha deciso di rispondere alle sanzioni decise dall’Ue in seguito alla crisi dell’Ucraina. Cosa è successo all’export agroalimentare italiano? Ismea traccia un primo punto della situazione analizzando i dati export di agosto, mese nel quale è iniziato il blocco.

La categoria più colpita è quella relativa alle lavorazioni con carne suina (dato aggregato considerando salumi e insaccati): -99% rispetto ad agosto del 2013. Un bilancio molto negativo, anche in considerazione del fatto, come sottolinea Ismea, che la Russia rappresentava un mercato di sbocco molto importante per questo settore.

Dati molto negativi anche per le carni fresche e congelate (-90%) e per formaggi e latticini (-85%). Un settore, commenta Ismea, che seppure ancora poco significativo per le produzioni lattiero casearie italiane, nel 2013 aveva però registrato un vero e proprio boom delle spedizioni facendo segnare un + 33% in valore. Infine l’ortofrutta fresca: in questo caso le perdite, rispetto al 2013, sono comprese tra il 60% e il 70%.

“Complessivamente, emerge una flessione di oltre il 17% del giro d’affari realizzato a Mosca equivalente a una perdita di 8,2 milioni di euro su agosto di un anno fa – commenta Ismea -. Guardando, invece, la dinamica dell’export agroalimentare verso tutte le destinazioni, si evince una crescita dell’1% nei primi otto mesi dell’anno, mentre il dato riferito al solo mese di agosto rivela una flessione dello 0,9%”.

Fonte news: Ismea

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