Per ora, la campagna estiva di frutta e verdura si sta configurando come un vero e proprio cahiers de doléances da parte dei produttori. Un po’ ovunque. L’imputato numero uno è sempre il clima che ha creato, e sta continuando a farlo, danni in campagna e comprimendo i consumi. Anche in Sardegna gli sbalzi temperatura e le nuvole la fanno da padrone, nonostante, come sostiene il direttore Confagricoltura di Cagliari Serafino Casula, eventi catastrofici e violenti come in altre parti d’Italia non si siano nell’isola per fortuna ancora verificati. Il quotidiano L’Unione Sarda dedica un articolo allo stato dell’arte della produzione di frutta e verdura locale, che vede impegnate in questo settore 11.300 aziende e 22.800 ettari: per quanto riguarda le colture orticole estive come angurie, meloni, fagiolini e pomodori «le mancate allegagioni dei frutti hanno diminuito le rese – sostiene Efisio Perra, vicepresidente di Coldiretti Sardegna – con un danno dal 20 al 40% della produzione». Pesche, susine e uva da tavola, invece, stanno tardando a maturare. Le cose sembrano andare meglio per le patate alle quali il clima fresco sembra aver giovato, anche se consumi e prezzi all’origine rimangono troppo bassi. E questo vale anche per la frutta tipicamente estiva, come angurie e meloni, due colture ben diffuse anche in Sardegna (1200 ettari impegnati), con prezzi ai produttori che, secondo quanto afferma sempre Coldiretti, si abbassano fino ad arrivare a 5/10 centesimi al chilo.
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