«A mio avviso, il giornalista ha compiuto l’errore di fidarsi della fonte e di immaginare di avere trovato la pistola fumante. Invece ha preso un granchio e ora la redazione dovrà risponderne». Giulio Romagnoli, l’imprenditore a capo della Romagnoli spa, l’azienda al centro dell’inchiesta della trasmissione Report dal titolo “La patata bollente” andata in onda lunedì 28 aprile, intervistato dal quotidiano Il Resto del Carlino, ha reagito con durezza dopo aver visto la trasmissione.
Solo due partite di patate in entrata, afferma Romagnoli, sono state sequestrate dalla Forestale «e dissequestrate ai primi di febbraio, appena verificata la perfetta conformità e salubrità del prodotto». E non erano pronte per essere messe in commercio. «La fase di immissione in commercio sarebbe avvenuta solo dopo tutti i controlli amministrativi e di qualità, se le procedure non fossero state interrotte dall’arrivo della Forestale».
Romagnoli si dice sereno e fiducioso in chi è deputato a fare chiarezza sulla vicenda e non nasconde dubbi sull’associazione che la trasmissione ha fatto tra la sua vicenda e quella dell’intero settore. «C’è da chiedersi perché Report abbia voluto riscaldare l’episodio, associandolo a circostanze personali che in tutta evidenza non hanno alcuna attinenza con la filiera delle patate e con il tema dell’inchiesta». Per leggere il testo dell’intervista clicca qui.
Fonte foto: corriereortofrutticolo.it