Che la crisi abbia cambiato i consumi in generale, e quelli alimentari in particolare, è oramai un dato di fatto, e oramai con frequenza giornaliera non mancano rilevazioni, sondaggi o indagini a certificare un mutamento dello stile dei consumi che impatta un po’ tutti i settori merceologici. Ieri, durante la VI Assemblea elettiva della Cia, la Confederazione italiana agricoltori, sono stati resi noti i dati di un’indagine congiunta di Censis e Cia. Nel 2013 la spesa per generi alimentari in Italia è scesa del 3,3%, confermando un andamento negativo che l’aveva già vista scendere del 2,8% nel 2012. Se vino e superalcolici tengono (-0,5%), tutto il resto cala nell’ordine dei 3/5 punti percentuali, compresa la frutta (-3%).
Sul fronte dei luoghi di acquisto, sembrano tenere i punti vendita alternativi a quelli della grande distribuzione: di fatto nella geografia della distribuzione italiana, secondo l’indagine del Censis, l’Italia è quasi perfettamente spaccata in due tra chi preferisce fare la spesa esclusivamente tra gli scaffali di super/iper/discount (52%) e coloro che, invece, continuano a preferire mercati rionali e piccoli negozi (48%), a conferma della particolare parcellizzazione e segmentazione dell’offerta distributiva italiana.
Il comparto biologico è una delle poche eccezioni a tirarsi fuori dalla stagnazione interna dei consumi, anche in questo caso a conferma di un po’ tutti i dati che negli ultimi anni ne attestano le ottime performance: l’indagine, infatti, indica come il 41% degli italiani abbia dichiarato di aver acquistato negli ultimi sei mesi frutta e verdura biologica. Il mercato del bio, d’altronde, continua a crescere così come la domanda, tanto che il volume d’affari della produzione italiana è stimato intorno ai 3,1 miliardi di euro.
Un’altra nota positiva arriva dall’export agroalimentare: dal 2007 al 2012 è cresciuto ben del 32,1%, nel 2013 del +5,5% a conferma del ruolo di leadership produttiva europea dell’Italia in comparti come quelli di riso, uva, pomodori, pesche, pere, tabacco, kiwi e ancora olive, arance e mele.