«Siamo in un mare in tempesta, ma se l’azienda ha un buon capitano al timone può trovare le soluzioni non solo per sopravvivere, ma anche per migliorare». Dino Abbascià, presidente di FIDA (Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione) e imprenditore nel settore ortofrutticolo, è convinto che, nonostante il periodo di crisi, ci possano essere soluzioni per i dettaglianti. «Stiamo lavorando ad un convegno che si terrà a Milano il 3 ottobre dedicato al negozio di vicinato per trovare nuove idee e soluzioni per rilanciare un settore fondamentale nel nostro Paese, che continua ad avere un grande valore».
Diversificarsi e specializzarsi, questi i temi cardine. La flessibilità negli orari può essere una delle soluzioni? «Certo, ma non è sufficiente». Nel caso dei fruttivendoli, per esempio, introdurre referenze non così diffuse come quelle della IV e V gamma? «Guardi, va benissimo, ma anche in questo caso non basta. Nel caso che cita deve essere il fruttivendolo, per esempio, a preparare frutta già tagliata, fresca e confezionata per i propri clienti». Secondo Abbascià ci vuole un cambio radicale di prospettiva per andare incontro al cambiamento dei consumi in atto: «Bisogna specializzarsi, ma focalizzandosi sulla propria clientela. Qui a Milano, tra un quartiere e l’altro, magari vicini, cambia tutto, quindi è impossibile generalizzare». Anche la somministrazione può essere una nuova frontiera: «Così come oramai le panetterie o le pescherie, in molti casi, sono diventate luoghi dove non solo comprare, ma anche consumare, anche i fruttivendoli possono percorrere questa strada. Però sempre con prodotti freschi, di qualità, fatti da loro. La macedonia deve essere fatta al momento».
Abbascià non nasconde ovviamente apprezzamento per la recente decisione da parte della Regione Lombardia di bloccare per il 2013 l’ampliamento e l’apertura di nuovi centri commerciali e ipermercati per valorizzare i negozi di vicinato: “È quasi un regalo quello che ci è stato fatto. Stiamo ricevendo attenzioni e a breve incontrerò l’Assessore all’Agricoltura della Regione per cercare di studiare nuove soluzioni”.
Nel futuro deve essere incrementato anche l’e-commerce: «Qualche anno fa avevamo coinvolto 30 fruttivendoli di Milano con un esperimento di spesa on line, con telecamere piazzate nei negozi. Dobbiamo rilanciare questo tema e, infatti, stiamo collaborando con una società di Brescia (Kiki Lab) per studiare nuove soluzioni. Un progetto dal costo di 45mila euro che vuole avere una portata nazionale».