Lo stato di salute dell’export ortofrutticolo della Spagna è decisamente in salute, anche se nel 2020 occorrerà saper affrontare la sfida della Brexit. Sono le considerazioni di Fepex, la federazione spagnola delle associazioni di produttori ed esportatori di ortofrutta, dopo l’analisi dei dati che fotografano le esportazioni del paese.
Sono tutti positivi gli indicatori spagnoli e, visti dall’Italia, appaiono sempre più irraggiungibili se confrontati con quelli interni che invece connoteranno l’anno che si è appena concluso in modo ancora una volta negativo. In Spagna, invece, il 2019 si chiuderà, secondo le stime del Fepex, con esportazioni a volume pari a 13,5 milioni di tonnellate, tra l’8 e il 10% in più circa rispetto al 2018, che valgono 13,4 miliardi di euro, +5%.
Scendendo nel dettaglio, l’export di ortaggi ha raggiunto 5,5 milioni di tons (+3,9%) per un valore di 5,5 miliardi di euro (+7%): tranne il calo dell’export dei pomodori a causa della concorrenza del Marocco e dell’Olanda, tutto bene per le altre referenze. Per quanto riguarda la frutta le stime parlano di 8 milioni di tons (+12%) e 7,7 miliardi di euro (+3%): in questo caso i volumi più alti sono rappresentati da agrumi e drupacee, ma si evidenzia la crescita del 9% delle angurie e dei frutti rossi (+5%), con le fragole in testa.
Ora è tempo di guardare al 2020 e secondo la federazione di esportatori spagnoli la prima sfida da affrontare è certamente quella rappresentata dalla Brexit, considerando la grande esposizione di questo paese nei confronti del Regno Unito, che rappresenta la terza destinazione della frutta e verdura spagnola. C’è poi il nodo dell’accesso per i paesi extra UE come USA e Cina che, sottolinea Fepex, “applicano politiche estremamente protezionistiche che limitano fortemente le esportazioni”. Infine, gli obiettivi sul fronte ambientale posti dalla PAC costringono i produttori a fare un salto sul fronte della competitività, considerando che invece i Paesi terzi, sempre più agguerriti, non hanno obiettivi così impegnativi da dover raggiungere. Da qui la decisione di Fepex di presentare al governo “un piano di misure per superare le sfide che minacciano la sostenibilità economica e sociale di un ampio gruppo di colture”.